tribunale

«Troppi divieti alla figlia» padre finisce a processo

L’uomo è accusato di maltrattamenti: all’adolescente avrebbe imposto i vestiti e le avrebbe vietato di truccarsi, di uscire (se non per la scuola) e di fare sport



TRENTO. Le vietava di truccarsi e di portare gli occhiali da sole e anche di avere amicizie maschili. Le diceva come doveva vestirsi e le impediva di uscire se non per andare a scuola. Dove era sempre lui a portarla e ad andarla a prendere. Una serie di comportamenti che si sono trasformati in un capo d’imputazione contro un padre (trentino) che si è trovato accusato di maltrattamenti in famiglia. Parte offesa, la figlia che, all’epoca dei fatti che vengono contestati, aveva fra i 14 e i 16 anni. Un’età difficile, il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza. Un’età che spesso è segnata da contrasti fra figli e genitori che, nella stragrande maggioranza dei casi, si risolvono all’interno delle mura domestiche. Con qualche incomprensione, certo, qualche litigio che sono comunque passaggi necessari nel processo di crescita.

In questo caso i difficili rapporti fra la figlia e suo padre sono finiti in un lungo capo d’imputazione.

Come detto l’accusa che la procura fa è quella di maltrattamenti in famiglia con l’aggravante dell’«aver profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa» così recita il codice penale.

I fatti contestati si sarebbero concretizzati nel corso di un paio di anni e l’atteggiamento dell’uomo nei confronti della figlia adolescente sarebbe stato molto severo. Con una serie di «direttive» vissute dalla ragazza come dei divieti impossibili. Dal genitore, secondo quanto descritto nel capo d’imputazione, arrivavano continui richiami. Sarebbe stato lui a decidere come la ragazza doveva vestirsi e come doveva portare i capelli. Lui che le avrebbe impedito di truccarsi ma anche di incontrare ragazzi maschi. Lui che le avrebbe impedito di praticare sport e che l’avrebbe sottoposta ad un test per verificare la sua eventuale positività alle droghe. E pure l’avrebbe portata dal ginecologo per sapere se fosse ancora vergine. L’avrebbe anche picchiata in alcune occasione procurandole traumi (con prognosi di al massimo una settimana). E sarebbe stato lui ad accompagnarla a scuola sempre con qualche minuto di ritardo per non darle la possibile di chiacchierare con compagni di classe (maschi) prima dell’inizio delle lezioni.

Una serie di comportamenti che hanno convinto la procura a portare il padre davanti al giudice contestandogli l’accusa di maltrattamenti contro la figlia.

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