Trento: saldi in centro, un lunedì da leoni

L'anticipo e il giorno feriale non spiazzano i clienti. Code davanti a Benetton


Luca Marognoli


TRENTO. Chiamiamoli saldi a due velocità, visto che Rovereto, Riva e Pergine sono partiti domenica mentre a Trento le serrande erano desolatamente abbassate. Oppure a tre, dato che a Trento l'accordo era di iniziare il 6, ma lo si è fatto ieri. Però le "professioniste delle svendite" non si sono fatte trarre in inganno. A centinaia hanno invaso i negozi, in alcuni casi facendo la fila prima dell'apertura.
E' successo (come tradizione) da Benetton, dove c'erano una decina di persone al freddo in attesa che, alle 15, venissero aperte le porte. Ma anche da Luisa Spagnolli si sono viste cassiere impegnate a gestire il traffico come vigili in piazza Venezia durante la fiera di Santa Lucia. Presi d'assalto i negozi di articoli per bambini, con mamme, nonne e zie a sgomitare per accaparrarsi le taglie giuste (il vero problema di chi va a caccia di saldi) e poi in fila con anche 10 capi sotto braccio. Era lo scenario quasi apocalittico che ha trovato ieri chi si è avventurato nel negozio "Z" di via San Pietro, dove gli sconti fino al 60% hanno calamitato decine di clienti.
Un buon avvio, dunque. «Secondo le aspettative» per Stefania Molinario, responsabile della Maisons du Monde, dove cambia la merceologia (arredo-casa) ma non la strategia, decisamente aggressiva, con molti articoli subito al 50%. «Oltre le aspettative» per Raffaele Pedrotti, delle calzature omonime, che si è trovato il negozio pieno pur non avendo ancora ufficialmente iniziato le svendite (la scritta "saldi" in vetrina è coperta da carta da pacchi).
Giro al Sass, centro storico e shop center sulla cintura urbana (Top e Bren a nord, Big a sud) si sono animati improvvisamente di folla, dopo i giorni di semideserto seguiti al Natale. La gente c'era, ma era in agguato, pronta a saltar fuori al momento giusto. In gran parte donne naturalmente: i commercianti non negano che, in questi anni di crisi, se non ci fossero state loro avrebbero potuto, in molti, chiudere baracca e burattini.
Questo inizio di saldi però presentava alcune incognite: la confusione sulla data della partenza era la principale, con le indicazioni delle categorie e del Comune («si inizia il 6») che sono state disattese. Poi c'era il fatto di essere stati bruciati sul tempo dagli altri grandi centri, come Rovereto, Pergine e Riva e di debuttare di lunedì, giorno lavorativo e - per giunta - solo nel pomeriggio. Può confortare (venditori e clienti) il fatto che a Trento i negozi saranno aperti sia il 6, giorno della Befana, che domenica 9.
Ieri, però, c'è chi non ha gradito la fuga in avanti dei colleghi. Come Claudio De Lorenzi, alla cassa del negozio di famiglia, che non era in saldo: «Tutti avevano detto di partire il 5... Si chiamano saldi di fine stagione perché andrebbero fatti in febbraio. I commercianti hanno bisogno di regole, non di liberalizzazione». Meno coinvolto Claudio Gallizioli: «C'era un accordo e mi ci sono attenuto. Per noi non fa differenza partire dopo». Ma c'è anche chi può permettersi il lusso di non pensarci. «I saldi? Non li facciamo mai», dice Annalisa delle calzature Povolo. «Abbiamo tante marche a prezzo fisso. Non so neanche come funzioni fuori». Fortunata.

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