il caso

Trento, rubato il defibrillatore in corso Tre novembre

Lo strumento salvavita – che non è commerciabile quindi non è “utile” per il ladro – è stato scardinato dalla sua sede


di Daniele Peretti


TRENTO. Quando un atto vandalico oltre che essere odioso può anche causare conseguenze tragiche.

E’ questo il caso che riguarda di chi ha scardinato e rubato il defibrillatore posizionato in Corso 3 Novembre.

Un gesto scioccamente gratuito perché si tratta di oggetto non commerciabile che ha però una funzione salvavita il cui posizionamento è mappato e quindi in caso d’emergenza, si va a colpo sicuro. Si sa che in quel preciso posto lo si può trovare.

Il non trovarlo mette a repentaglio la vita di una persona ed è per questo motivo che il suo furto finisce per essere un atto inqualificabile.

Il defibrillatore nel momento in cui viene messo in funzione aziona dei comandi vocali che permettono di utilizzarlo anche da parte di persone che non ne hanno la diretta conoscenza.

Il ladro oltre a rischiare di mettere a repentaglio delle vite umane, ha arrecato un danno significativo perché il costo di un defibrillatore è elevato e molti sono stati donati alla comunità da soggetti privati.













Scuola & Ricerca

In primo piano