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Trento, per le tegoline siciliane multa già lievitata

Per il povero Gianni Endrizzi la sanzione è passata da 770 a 1100 euro. Lui: «Mi appello al buon senso»


di Matteo Ciangherotti


TRENTO. Da 770 a 1.100 euro. Tanto è “lievitata” la multa che l’Agecontrol ha recapitato al “povero” verduraio di piazza Vittoria, Gianni Endrizzi, reo – secondo i funzionari del ministero dell’agricoltura – di aver omesso l’indicazione del Paese d’origine, in questo caso l’Italia, sul cartello apposto accanto ai suoi fagiolini freschi. “Tegoline siciliane” aveva scritto Gianni che si era “difeso” facendo presente che indicare la regione di provenienza del prodotto è un’ulteriore informazione a vantaggio del consumatore e non certo un danno o un reato, ma alla rimostranza di Endrizzi l’Agenzia ha precisato che “deve essere presa in considerazione l’ipotesi che ci sia qualcuno che non sappia dove si trovi la Sicilia”.

Maximulta per i «fagiolini siciliani» I controllori contestano a Gianni Endrizzi il cartello: doveva scrivere «italiani» e per questo dovrà pagare 770 euro

Strabuzzare gli occhi o strizzare le orecchie sarebbe poco. Se questo è il livello culturale e umano dei tecnici del ministero siamo proprio “alla frutta”. Ma forse, seguendo tale “logica”, a Endrizzi è andata fin bene, visto che allora avrebbe potuto essere redarguito anche per quell’uso “improprio” del termine “tegoline”, vocabolo usato nel nord est, e non in tutta Italia, per identificare i fagiolini. Intanto mentre le gare di solidarietà a favore di Gianni si sprecano, a partire dalla rete e sui social dove il caso Endrizzi ha raccolto numerosi sostenitori, la multa dell’Agecontrol non fa che seguire il suo iter amministrativo. Scaduti i giorni nei quali poter saldare la sanzione con uno sconto del 30% (ma se si sceglie di pagare con la misura ridotta non è poi più possibile presentare ricorso), ecco che i 770 euro di partenza si “trasformano” in 1.100 euro che Endrizzi dovrà versare qualora dovesse essere respinto il suo ricorso.

Un ricorso che, per ora, è nelle mani della Camera di Commercio di Trento che dovrebbe incaricarsi di preparare le carte. “Sto aspettando una risposta – racconta il verduraio – perché non ho nessuna intenzione di mettere in mezzo un avvocato. Anzi, spero che dopo tutto il clamore che ha avuto la notizia, qualcuno al ministero si svegli e faccia marcia indietro”. La vicenda di Gianni Endrizzi è rimbalzata su tutte le cronache nazionali e ieri mattina il verduraio di piazza Vittoria è stato raggiunto telefonicamente dalla trasmissione “Mi manda RaiTre” dove ha confermato che, nel frattempo, la multa è aumentata. Una colletta per pagarla è partita anche su facebook: “Così mi ha raccontato mia figlia – precisa Gianni - ma io non voglio soldi per pagare la multa, perché questa multa non va pagata, è un errore, una pura stupidaggine. Ho ricevuto solidarietà da tutta Italia e ora mi auguro che qualcuno mi chiami e mi dica ‘ci siamo sbagliati’”. A sostegno di Endrizzi è intervenuta anche la Lega Nord con il suo leader Matteo Salvini (“pazzesco” ha commentato su facebook) e il capogruppo leghista in Senato, Centinaio.













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