SICUREZZA

Trento, paura nel rione San Pio X"La sera non si può più uscire"

Anche il bar del quartiere ha anticipato l'orario di chiusura dalle 23 alle 20


Ilenia Pedrazza


 TRENTO. C’è paura tra le donne a uscire di casa la sera, a S.Pio X. Se devono, il cellulare è a portata di mano. La titolare del bar ha anticipato l’orario di chiusura dalle 23 alle 20. E la Lega ieri è scesa in strada a protestare dopo l’aggressione di cui è stata vittima una ventenne.
 Residenti e commercianti della zona si dividono: per qualcuno si tratta di un segno del crescente degrado che sta affliggendo la città, per altri di un semplice caso isolato successo all’una di notte, che sarebbe potuto accadere in qualunque quartiere della città.
 La Lega Nord ha manifestato ieri pomeriggio sotto le arcate della ferrovia, chiedendo maggiori controlli e più severità e l’applicazione del pacchetto sicurezza. «Lo spray al peperoncino può fare sentire più sicura una donna, ma serve che i giudici siano più severi», sostiene Mara Dalzocchio, che oltre ai corsi di autodifesa, propone l’installazione nei punti più critici di colonnine “Sos” da cui poter segnalare un’emergenza. «Non vanno giustificate le azioni che vanno nel senso della tolleranza supina, perché l’eccezionalità non si trasformi in normalità», ha affermato l’onorevole Sergio Divina.
 Tra le donne l’ansia c’è, ma molte preferiscono rimanere anonime. Ci sono commercianti che all’orario di chiusura hanno paura di rimanere da sole in negozio e alcune residenti preferiscono non uscire la sera. Se devono, il cellulare a portata di mano è d’obbligo.
 La signora Enrica, titolare di un bar vicino alle arcate, già qualche anno fa ha anticipato l’orario di chiusura dalle 23 alle 20: «Io la sera non esco. Fino a quando la chiusura la facevo io, tenevo sempre una bottiglia vuota nella borsa. Non l’ho mai dovuta usare, però giovedì della settimana scorsa ci hanno rotto i vetri e li ho denunciati». «In genere la sera non esco, ma se devo e sono sola ho un po’ di ansia», afferma Mariana Timis, ma di giorno o in compagnia è serena.
 Per Mauro Cestari, che lavora nel tabacchino di S.Pio X, c’è insicurezza, «ma non si può far apparire il rione di S.Pio X e S.Giuseppe come il Bronx di Trento. E’ tutta la città così. I vigili di quartiere danno le multe e il poliziotto di quartiere qui non si vede. Non c’è controllo, di giorno e men che meno la notte. I politici si riempiono la bocca di tanti progetti grossi, ma alla fine non fanno nulla».
 «Sotto le arcate, qualche tempo fa, hanno trovato anche un morto di overdose - racconta Franco Morelli - la situazione negli ultimi vent’anni è molto peggiorata. Io qui il vigile di quartiere non l’ho mai visto». Si infervora Rinaldo Pellegrini: «Vergogna!», e se la prende con l’ultimo governo provinciale, che ha fatto peggiorare le cose.
 «Il Bronx è lì dove ci sono i casoni», commenta Ivano Casagrande, che collega il degrado alla presenza numerosa di immigrati: «Basta leggere i cognomi sui campanelli. Di giorno no, ma la sera è un po’ dappertutto così a Trento». Filippo Degasperi lavora nel quartiere, ma di giorno non ha notato problemi di sicurezza per le vie. Anche per Vittorino Bazzanella, del negozio di frutta e verdura, l’aggressione è un caso isolato: «Lo vedo come un episodio. Questo è un rione come tanti altri». «La zona di Pio X non mi fa paura, anzi, avrei molta più paura a camminare la notte lungo il Fersina», sostiene una residente. Tranquilla anche Annamaria Trentini: «Si tratta di un episodio sporadico e poi è successo all’una di notte. Penso che qui non succeda spesso, facendo il confronto con altre città italiane».













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