TRENTO. Colpito da un colpo di fucile il primo giorno di caccia, morì 48 ore dopo. Una tragedia terribile quella che vide come vittima il giovane Samuele Torresani, una tragedia che scosse non solo quanti conoscevano il ragazzo, appassionata doppietta, ma anche il mondo venatorio. Ora, a nove mesi di distanza, la vicenda, almeno dal punto di vista della giustizia si è conclusa. Ieri, infatti, Claudio Angeli, il cacciatore dal cui fucile partì il colpo fatale. L'accusa era quella di omicidio colposo e c'è stato un patteggiamento a sei mesi (pena sospesa). L'incidente di caccia era avvenuto all'alba del 5 settembre dello scorso anno nei boschi sopra Tassullo. Erano le 6.30 quando Claudio Angeli e un amico vedono un cervo in lontananza ma a portata di carabina. L'Angeli era pronto centrarlo ma maneggiando il fucile è partito il colpo accidentale. L'animale non è stato centrato e sembrava che il colpo fosse andato a vuoto. Ma così non era. Il proiettile aveva colpito alla gamba Samuele Torresani. Era stato lo stesso Angeli, dopo essersi accorto di quello che era successo, ha prestare i primi soccorsi al ferito e a chiamare il 118. Così pochi minuti dopo nei boschi sopra Tassullo c'era il medico rianimatore portato sul posto dall'elisoccorso. Le condizioni erano molto gravi. Il colpo della carabina, infatti, aveva colpito l'arteria femorale causando un forte choc emorragico. Al ragazzo erano state prestate le prime cure sul posto ed era stato quindi trasferito all'ospedale di Cles. Qui era stato stabilizzato e quando le sue condizioni lo avevano permesso, era stato trasferito al Santa Chiara. Il quadro clinico era molto preoccupante visto che il ragazzo era andato in arresto cardiaco due volte. I medici sono quindi intervenuti con una lunga operazione chirurgica. Poi il ricovero nel reparto di rianimazione sempre in stato di coma. Dopo nemmeno 48 ore, l'improvviso peggioramento che ha portato alla terribile notizia della morte del giovane Samuele Torresani.

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