Trento: minacce all'assesore Beltrami, inchiesta in archivio

Nelle carte l'angoscia dell'assessore per le minacce ma anche i dubbi della Digos


Luca Petermaier


TRENTO. Va in archivio l'inchiesta sulle minacce all'assessore Lia Beltrami, ma le carte restituiscono scenari di veleni nell'Udc e ombre sul comportamento dello stesso assessore.

Un anno e mezzo di indagini, quattro lettere di minaccia con - in due casi - anche due proiettili "parabellum" ad accompagnare gli insulti a lei e alle due figlie. La paura per la propria incolumitá ma anche i sospetti di una vendetta interna all'Udc, quel partito che la vide capolista nel 2008 e che lei avrebbe "tradito" subito dopo le elezioni abbracciando il centro sinistra autonomista di Lorenzo Dellai.

Lo stesso che - due giorni fa - l'ha difesa con vigore dalla richiesta di sfiducia avanzata dal centro destra in consiglio provinciale. C'è tutto questo e molto altro nelle centinaia di documenti prodotti dalla Digos e che formano il fascicolo dell'inchiesta per le minacce subite a partire dal 2009 dall'assessore alla solidarietà Lia Giovanazzi Beltrami.

Pur avendo toccato vari mondi e realtà politiche (dall'estrema destra, a due blogger vicini al mondo della sinistra fino agli stessi compagni di partito dell'assessore) le indagini non hanno condotto a nulla di concreto. Nelle settimane scorse il gip - accogliendo la richiesta della procura - ha posto la parola fine all'indagine, disponendone l'archiviazione.

Molte le ombre che rimangono sui responsabili delle minacce, ma dalle carte dell'inchiesta emergono pure alcuni strani interrogativi (che gli stessi inquirenti si pongono) sul ruolo, la condotta e l'effettivo coinvolgimento dell'assessore e del suo entourage in una vicenda dai contorni oscuri.  Un'inchiesta che spazia dai sospetti nei confronti di esponenti del partito, fino ad un misterioso coltello ritrovato dal capo di gabinetto dell'assessore _ un ex poliziotto _ nella tasca di una borsa al ritorno da un congresso dell'Api. E ci sono anche annotazioni della Digos nelle quali la Beltrami appare desiderosa di avere una scorta, motivo per il quale avrebbe fatto pressioni.













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