Trento: la giunta comunale si riduce lo stipendio

Indennità tagliata del 7% anche per il presidente del consiglio comunale


Chiara Bert


TRENTO. Sindaco e assessori si tagliano l'idennità del 7%. Lo stesso il presidente del consiglio Renato Pegoretti. È una delle misure della mini-manovra varata dalla giunta per colmare il disavanzo di 1,3 milioni causato dai minori trasferimenti dalla Provincia. «I nostri dipendenti hanno lo stipendio bloccato per tre anni, vogliamo dare il nostro contributo», spiega Andreatta. Dopo la manovra di austerity varata in Provincia, con tagli a stipendi e consulenze, anche il Comune tira la cinghia. Per il sindaco, che oggi guadagna poco meno di 6 mila euro netti al mese, la decurtazione sarà di circa 400 euro; per gli assessori - che ricevono un'indennità di 3 mila euro - il ribasso sarà di 200 euro, per il presidente del consiglio, infine, di circa 120. Di fatto si tratta degli aumenti stabiliti dalla Regione e scattati lo scorso luglio. Allora la giunta comunale - diversamente da tre presidenti di circoscrizione che decisero di rinunciare - scelse di incassare l'aumento: «È un compenso giusto per la responsabilità e la mole di lavoro che abbiamo», spiegò in quell'occasione Andreatta. Tre mesi dopo lo scenario è cambiato. C'è un milione e 300 mila euro di disavanzo da colmare sul prossimo anno, effetto del calo del 2,4% dei trasferimenti dalla Provincia rispetto al 2010. E nel giro di una settimana palazzo Thun è dovuto correre ai ripari, alla caccia delle risorse mancanti. Una settimana di confronto serrato con i dirigenti dei vari servizi, per capire dove tagliare. E ieri mattina, in una seduta straordinaria, la giunta ha approvato la manovra che il sindaco Alessandro Andreatta ha presentato in serata alla commissione bilancio: 926 mila euro di riduzione della spesa corrente, 415 mila euro di maggiori entrate. Tra i tagli l'esecutivo ha inserito anche il proprio stipendio. Una riduzione del 7% che produrrà un risparmio di 50 mila euro all'anno per le casse comunali. «Una scelta di responsabilità, senza demagogia», la definisce Andreatta: «I nostri 1500 dipendenti per tre anni non avranno il rinnovo del contratto a seguito della Finanziaria del governo e del blocco deciso dalla Provincia. Sempre piazza Dante ha ridotto gli stipendi più alti dei propri dirigenti fino al 10%. In questo quadro è giusto che anche noi diamo il nostro contributo. Così torniamo allo stipendio del 2006».Si tratterà ora di capire se la scelta della giunta sarà seguita anche dai presidenti di circoscrizione. Tre di loro (Armando Stefani, Emanuele Lombardo e Stefano Patton) avevano già rinunciato a luglio all'aumento. Altri, come il presidente Melchiore Redolfi, avevano annunciato che si sarebbero comportati come il sindaco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano