La vicenda giudiziaria è legata a Roberto Tomio e ai soldi della Police sportiva. Accuse tutte da provare

Trento: indagato un dirigente della polizia

Il funzionario è accusato di omessa denuncia nei confronti di un collega



TRENTO. Omessa denuncia. Questa è l'accusa che la procura rivolge ad un dirigente della questura in relazione al lato finanziario della gestione dell'associazione Police sportiva. Si tratta del vice questore aggiunto Francesco Messina, per lungo tempo a capo dell'anticrimine. Il funzionario è accusato, in sostanza, di non aver denunciato un poliziotto, Roberto Tomio, ora accusato di appropriazione indebita per un ammanco di circa 20 mila euro nelle casse dell'associazione sportiva.
Si tratta di un atto dovuto nato in seno ad un altro procedimento giudiziario che vede come protagonista lo stesso Tomio. Quest'ultimo, sempre secondo le accuse, avrebbe causato l'ammanco nelle casse della Police sportiva e avrebbe chiesto consiglio su cosa fare per evitare problemi. A quanto pare della questione sarebbe stato informato anche Messina che, però, non lo denunciò. Ed è per questo aspetto che ora si trova indagato. Il procedimento è agli inizi ma c'è già stata una perquisizione a carico del funzionario al quale è stato anche sequestrato il computer. Ora si è affidato all'avvocato Giuseppe Pontrelli che sta analizzando le carte. Come detto per la procura si tratta di un atto dovuto «nato» all'interno di un'altra inchiesta e quindi i possibili indizi che portano verso Messina sono tutti da vagliare e da verificare. Ed è anche in questo senso che si muove l'avvocato del funzionario.
Quello che al momento appare certo è che Messina non sia stato nemmeno sfiorato dal resto dell'inchiesta che ha riguardato Roberto Tomio. Quest'ultimo è stato arrestato dai suoi stessi colleghi all'inizio di febbraio con l'accusa di essere protagonista di una truffa da 600 mila euro. In cella era finito anche un quarantenne di fuori provincia che si trovava a Trento per ragioni di sicurezza. Secondo la ricostruzione che è fatta dalla procura i due avrebbero finto di acquistare per dei commercianti trentini degli appartamenti all'asta giudiziaria del tribunale di Verona. E per farlo, questa è l'accusa, Tomio avrebbe anche falsificato delle carte. I due si trovano ancora in carcere.

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