Trento: il forno crematorio sarà al cimitero

Via libera del consiglio dopo una dura battaglia. Tomasi: «Basta paure»


Chiara Bert


TRENTO. Il forno crematorio si farà nel cimitero di Trento. Al termine di quattro sedute, dai toni a tratti molto aspri, il consiglio comunale ha approvato la localizzazione. Dopo 15 anni il Comune torna alla scelta originaria. Contrario il centrodestra, ma giunta e maggioranza la difendono: «Basta creare paure, è il posto più logico, quello dove preghiamo i nostri morti».
Nonostante le defezioni (3 assenti del Pd, Pedrini, Bungaro e Pedrotti; 2 dell'Upt, Angeli e De Stefano, annoverati tra i perplessi), i numeri erano dalla parte della maggioranza, ai cui voti si sono aggiunti quelli di Porta (Prc) e Manuali (Insieme per Trento). Contrario il centrodestra.
Il consiglio ha approvato a larga maggioranza l'ordine del giorno di Giovanna Giugni (Idv) per l'utilizzo di bare ecologiche che riducono le emissioni inquinanti e hanno prezzi più bassi. Bocciata (con voto segreto, 16 sì, 26 no, 2 astenuti) la mozione del Pdl per una conferenza dei servizi con Pergine che rivalutasse l'ipotesi di una collocazione in Valsugana. Respinti anche gli ordini del giorno della Lega (localizzazione a Cadine) e della Civica.
Si torna dunque all'ipotesi del 1996, sebbene in un punto - vicino alle «barchesse» - più lontano da via Taramelli. Allora la protesta dei residenti fece fare marcia indietro alla giunta Pacher. Quindici anni dopo, con il parere positivo di tutte le circoscrizioni, la scelta del cimitero è passata. Il crematorio potrebbe essere avviato nel 2014: previste 1500 cremazioni all'anno, 5 al giorno, per una tariffa di 200 euro a persona (oggi, andando a Mantova, le famiglie ne pagano 348, più i 200 di trasporto a carico del Comune).
Nella sua replica, pacata ma secca, l'assessore Renato Tomasi ha rivendicato la decisione: «È ora di smetterla di creare paure. Il cimitero è la scelta più logica, il 99% della gente vuole il crematorio e lo vuole nel posto dove preghiamo i nostri morti». Realizzando il forno, ha poi ricordato, «avremo meno bisogno di tombe, quindi avremo più spazi verdi e si ragionerà su percorsi culturali per valorizzare il cimitero monumentale».
Tomasi si è rivolto alle minoranze che lo hanno attaccato durante il dibattito: «Mi ero illuso di poter portare avanti questa delibera con la condivisione di tutti». Non è andata così. Fino all'ultimo il centrodestra ha criticato la collocazione nel cimitero. «Non potete scaricare sulle opposizioni il fatto che per 15 anni non avete deciso», ha attaccato Paolo Dal Rì (Pdl). Ancora scambi di accuse con il sindaco. «Si è dimostrato un accentratore, ha nascosto informazioni all'aula e al suo stesso assessore», ha continuato Dal Rì riferendosi alla lettera dello scorso dicembre in cui il sindaco di Pergine, Corradi, dava la disponibilità a realizzare l'impianto nel suo territorio.
Andreatta ha definito «esemplare» il percorso seguito dall'assessore Tomasi, di cui ha apprezzato il lavoro. Poi, rivolto al centrodestra: «Ci sono state affermazioni nei miei confronti che mi hanno fatto male, sono andate al di là della critica politica. Serve un riconoscimento reciproco tra maggioranza e opposizione, altrimenti temo una brutta stagione».

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