MOBILITA' URBANA

Trento e Rovereto rallentano: in città il traffico a 30 all'ora

Limiti più rigorosi nelle zone residenziali per migliorare la qualità della vita


Luca Marognoli


TRENTO. Rallentare la velocità per rallentare, almeno un po’, il ritmo di vita. Dopo il buon riscontro in corso Buonarroti, il Comune di Trento mette il limite anche alla Bolghera. Trenta all’ora in tutte le traverse fra le vie Nicolodi e Pasubio, ma anche isole ambientali e passaggi pedonali rialzati. La tendenza prende piede anche a Rovereto: nel boulevard del Mart si va a passo d’uomo.
 Sul largo corso Bettini gli automobilisti faticano a non superare i 30 all’ora (l’obiettivo è di favorire la convivenza con i ciclisti), ma lo stesso cartello di limitazione campeggia nella centralissima via Fontana e in via Setaioli, davanti alle scuole Barelli.
 Il capoluogo non è da meno e il caso della Bolghera è emblematico. La filosofia è quella di incoraggiare chi abita nel quartiere a quella che l’assessore Michelangelo Marchesi chiama la «mobilità dolce», termine che, da solo, ha un effetto rasserenante. Quindi passeggiare in tranquillità o girare in bicicletta lungo percorsi protetti, meglio se alberati. Le auto? Nessuno ne sente il bisogno, tanto più che si tratta di vie residenziali e non certo di scorrimento: i veicoli che ci sono appartengono prevalentemente agli abitanti e sono per lunghi periodi della giornata parcheggiati (tra un’aiuola e l’altra).
 Una piccola rivoluzione, quella della velocità calmierata, che è iniziata da una manciata di giorni quando sono comparsi i primi cartelli. Uno di questi è collocato pochi metri dopo l’inizio di via Nicolodi: è una specie di mappa che indica agli automobilisti, strada per strada, come si devono regolare. Le frecce che indicano le vie Padova, Ravenna e Adamello hanno accanto il simboletto dei 30 all’ora e quello che invita a fare attenzione al passaggio dei bambini. Nelle traverse sono presenti strisce pedonali in rilevato con pavimentazione in porfido. In corrispondenza degli incroci apposite aiuole restringono la carreggiata scoraggiando chi ha il piede pesante.
 E’ di ieri la notizia del giro di vite nel rilascio dei permessi nella zona a traffico limitato. Adesso è il turno della stretta alla velocità? «Non parlerei di stretta, ma di una messa in sicurezza della viabilità secondaria all’interno di quartieri densamente abitati», spiega Marchesi. «Il piano della mobilità punta a creare le condizioni perché nei brevi tragitti ci si muova in bici o a piedi, perché chi viene da fuori città lasci l’auto nei parcheggi di attestamento e perché ci sia un trasporto pubblico veloce e conveniente, come la metropolitana leggera».













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