Trento, Dellai annuncia: addio a «Mamma Provincia»

Il governatore prospetta tempi duri e meno aiuti: «Ora tocca ai privati»



TRENTO. Nell'aula del consiglio provinciale il presidente Lorenzo Dellai ha celebrato il «funerale» di quella che un tempo è stata la cara, vecchia «mamma Provincia». Finiti i tempi delle vacche grasse, il governatore ha annunciato la «fase tre» della strategia anticrisi spiegando che «d'ora in avanti nulla sarà più come prima» e ricordando che «se un tempo autocompiacimento e pigrizia derivante da sazietà potevano semplicemente far correre il rischio di non essere eccellenti, nel futuro gli effetti dell'immobilismo saranno più forti e insidiosi». La relazione alla manovra finanziaria 2011-2013 ha segnato in modo netto la cesura tra un'Autonomia ricca e satolla e un'Autonomia con i cordoni della borsa tirati, più attenta agli euro che spende e non più disposta a sostenere rendite di posizione. I circa 60 milioni di euro in meno sul bilancio 2011 hanno fatto dire a Dellai che la crescita del Trentino (1%) è troppo bassa e che quel compromesso che ha resistito finora tra altissima qualità sociale e, appunto, crescita moderata non è più sostenibile. Che fare allora? Le ricette della giunta sono varie e Dellai le ha racchiuse in sei punti che riassumiamo qui in basso. Il governatore ha poi chiuso la sua relazione con una stoccata a chi (anche nella sua maggioranza) lo accusa di scarso coinvolgimento del consiglio provinciale: «Se qualcuno pensa che la mia aspirazione sia quella di essere un uomo solo al comando si sbaglia, ma non sarò nemmeno un sughero galleggiante».













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