«Trento città torrida? Vi spiego perchè» 

Il fisico Dino Zardi: «Le montagne attirano l’aria fredda, quella calda rimane in basso e crea un effetto cappa»



TRENTO. “Non spaventatevi se Trento e Bolzano ricorrono così spesso fra le città che registrano le temperature più alte a livello nazionale, nonostante la loro posizione molto più settentrionale rispetto alle altre località in classifica: è un fenomeno che ha una spiegazione precisa”. Esordisce così Dino Zardi, responsabile del gruppo di fisica dell’atmosfera dell’università di Trento e coordinatore di un progetto che analizza costantemente le temperature in diverse aree della città. «Quello che determina il particolare caldo nei due capoluoghi - spiega Zardi - è la loro posizione: sono infatti interamente circondati da montagne, Bolzano si trova addirittura all’interno di una vera e propria conca. Questo contribuisce a una circolazione forzata dell’aria, dal momento che quella più fredda tende a risalire sui versanti delle montagne creando una sorta di vuoto, che viene “riempito” dall’aria più calda che spinge i valori delle colonnine di mercurio. Nonostante le correnti calde siano più leggere e normalmente tendano a rimanere in alto, si innesca un meccanismo di compensazione per cui subentrano al posto dell’aria fredda, dato che quest’ultima viene “attirata” dalla presenza dei fianchi delle montagne intorno ai centri abitati. Inoltre, le correnti calde soffiano in direzione sud-nord (quindi sull’asse Verona-Bolzano) durante il giorno, causando l’innalzarsi delle massime. Di notte invece quelle fredde fanno il percorso inverso, per cui nelle nostre zone dopo il tramonto può darsi che si registri qualche grado in meno».

Il professore sottolinea poi che nel misurare le temperature bisogna prestare attenzione alla collocazione della stazione meteorologica: se si trova all’interno del centro abitato, vista la grande concentrazione di edifici e persone a riscaldare l’ambiente, i valori saranno più alti. In periferia e nelle aree rurali invece la colonnina di mercurio si assesterà su soglie più basse. «Il rapporto fra riscaldamento globale e ondate di caldo sempre più incalzanti – continua Zardi – è oggetto di ricerca costante. Un altro importante progetto del nostro dipartimento, curato dal collega Lorenzo Giovannini, riguarda le mappe di previsione meteorologica continuamente aggiornate del nord Italia, e nello specifico delle aree urbane di Trento e Rovereto, che permettono di stimare la temperatura o la probabilità di precipitazioni nei vari quartieri». A breve, Giovannini esporterà l’eccellenza trentina a New York, dove parteciperà a un convegno internazionale sulla climatologia urbana.(p.g.)













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