Trentino, veleni sugli stipendi dei dirigentiGilmozzi: "Sono meno pagati che altrove"

La retribuzione media dei dirigenti generali è di 139.000 euro, meno di Lombardia, Piemonte e Veneto. Inoltre, i dirigenti pubblici in Trentino sono meno: nel comparto autonomie locali sono 90 su 4.700 dipendenti, meno del 2%. Nel Lazio sfiorano il 13%, in Molise ed Emilia Romagna il 9%. Ma i sindacati sono comunque critici per le differenze tra vertici e base


Jacopo Tomasi


TRENTO. I sindacati criticano gli stipendi d'oro dei dirigenti provinciali, resi pubblici sul sito della Provincia e anticipati ieri dal giornale Trentino.

Cgil, Cisl, Uil e Fenalt, con sfumature diverse, parlano di «cifre esagerate» e «differenza eccessiva con i dipendenti». L'assessore provinciale Mauro Gilmozzi si difende: «I nostri dirigenti sono meno pagati rispetto a quelli di altre regioni».

L'analisi dell'assessore Mauro Gilmozzi, in effetti, è corretta. Escluso il superstipendio di Franco Debiasi (204.250 euro annui, più di Dellai) la retribuzione media dei dirigenti generali è di 139.000 euro, meno di Lombardia, Piemonte e Veneto. Inoltre, i dirigenti pubblici in Trentino sono meno: nel comparto autonomie locali sono 90 su 4.700 dipendenti, meno del 2%. Nel Lazio sfiorano il 13%, in Molise ed Emilia Romagna il 9%.

Gli stipendi dorati dei manager provinciali, però, non vanno giù ai sindacati. Paolo Burli della Cgil parla di «stipendi esagerati» e afferma che «c'è la necessità di trovare un ri-equilibrio perché non può esserci una differenza così grande tra dirigenti e dipendenti».

Lorenzo Pomini (Cisl) si sofferma su un altro aspetto. «Alcuni di questi dirigenti lautamente pagati sono in pensione: la politica dovrebbe pensare alla classe dirigente del futuro affidando questi ruoli a giovani».

E Roberto Tavagnutti (Fps Cisl) aggiunge. «Altro che privilegiati: i dipendenti pubblici prendono come tutti i lavoratori dipendenti e come loro faticano ad arrivare a fine mese». A fargli eco sono Silvia Bertola e Stefano Galvagni (Uil). «Ci sono troppi lavoratori che dopo anni di servizio prendono poco più di 1.000 euro al mese: è inaccettabile. Basta sparare sul pubblico impiego».

Infine, Bruno Boschetti (Fenalt) spiega che «il dato più allarmante è la differenza tra direttori e dirigenti: si arriva anche a 2.000 euro».













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