Trentino solidale: «Servono posti letto» 

Nell’inverno appena trascorso raddoppiati gli accessi nei dormitori. Mille persone al mese ai centri che distribuiscono cibo


di Alice Sommavilla


TRENTO. Sono raddoppiati, a Trento, i numeri dell’accoglienza nelle strutture gestite da Trentino Solidale in collaborazione con Fondazione comunità solidale. Un migliaio al mese le famiglie che si rivolgono ai 33 centri di distribuzione di cibo e 1,5 milioni i pasti distribuiti nel 2017. Aumentate da 20 a 40 le persone ospitate stabilmente nell’inverno scorso a “Casa papa Francesco” e “Casa Santa Maria”, che insieme danno vita al “Progetto 39”. Si tratta di un progetto che si concretizza nella gestione congiunta, durante il periodo invernale, delle due strutture adibite all'accoglienza di bassa soglia per persone esposte a un forte rischio di esclusione sociale. Nel futuro della onlus, però, ci sono anche nuovi progetti. Da qui la necessità di dare vita ad un piano di raccolta fondi che permetta di sviluppare altre nuove iniziative. Questo quanto è emerso ieri a Trento nel corso dell’assemblea annuale della onlus Trentino Solidale che ha visto l’elezione del nuovo presidente, Carlo Rigotti. Succede a Giovanna Fadanelli. Grazie all'aumento del contributo stanziato dalla Provincia per le attività convenzionate, e ad un aumento del 30% delle libere donazioni, l'associazione presenta un bilancio in attivo. «Questo dato- ha detto Fadanelli- non deve però distrarci dalle criticità che ancora rimangono, come la burocrazia. Mi appello alle istituzioni affinché si impegnino a snellire l'apparato burocratico in merito agli adeguamenti di leggi e norme». Altra necessità è la creazione di un piano di raccolta fondi che permetta di investire in nuove progettualità. Servo poi anche strumenti per migliorare la gestione organizzativa e la cura del rapporto con i volontari: motivazione, gestione delle conflittualità, valorizzazione delle responsabilità personali e, non ultima, una formazione permanente che non sia delegata ai singoli progetti . Sono 577 i soci della onlus, 150 i volontari attivi quotidianamente, con un'età media pari o superiore a 55 anni. Un elogio del loro lavoro è arrivato sia da Fadanelli che da Giorgio Casagranda, responsabile di “progetto 17”, dedicato alla lotta allo spreco alimentare. «Un apporto costante di volontari- ha detto Casagranda- specialmente se responsabilizzati e competenti, è garanzia di qualità e di sviluppo concreto. E' grazie al contributo di tutti loro se progetto 17 ha potuto raggiungere importanti obiettivi nella distribuzione dei generi alimentari». Trentatrè i centri di distribuzione dislocati in tutta la provincia, più di un milione i pasti distribuiti nel corso del solo anno 2017. Raggiunto, anche se non completamente, l'obbiettivo di fornire un servizio a km zero, che preveda la distribuzione degli alimenti nella stessa zona di raccolta. Per quanto riguarda il capito dell’accoglienza, sono dunque in crescita i dati che riguardano “progetto 39”, collaborazione tra Trentino solidale e Fondazione comunità solidale per la gestione congiunta delle strutture di accoglienza “Casa papa Francesco” e “Casa Santa Maria”. Queste strutture hanno visto gli accessi raddoppiare nell'inverno 2017-18 rispetto a quello dell'anno precedente, per un totale di 40 utenti stabili. «I posti letto vengono assegnati dallo sportello unico delle accoglienze- ha spiegato Carlo Rigotti, responsabile del progetto- essendo consapevoli dell'alto numero di persone a rischio di esclusione sociale che si sono rivolte a noi, abbiamo cercato di dare risposte efficienti ed efficaci, seppur nella consapevolezza dei limiti posti dal clima sociale. Visto il grande aumento di richieste (solo nel corso del 2017 i pernottamenti sono stati più di 4 mila), abbiamo colto il bisogno di poter offrire ospitalità anche durante il resto dell'anno, senza limitarci solamente al periodo invernale. Il freddo è certamente un problema in più, ma le necessità di queste persone rimangono invariate, qualunque sia il clima».















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