IL FESTIVAL

Trentino, settant’anni di notizie e di libertà

La prima copia il 24 maggio del 1945. Il compleanno festeggiato ieri insieme ai lettori a palazzo Geremia: con Ballardini, Palermo, Dellai e Bonazzi


di Chiara Bert


TRENTO. I giornali raccontano. Avvenimenti, storie, curiosità. I quotidiani lo fanno ogni giorno: una volta solo sulla carta, oggi anche sul web, i tablet, i telefonini. Ma qualche volta capita che i giornali raccontino se stessi, la loro storia.

Succede ai compleanni, come quello - importante - che il «Trentino» ha festeggiato ieri a palazzo Geremia, in occasione del suo secondo festival dei lettori: 70 anni, tanti. La prima copia del nostro giornale, con la testata Alto Adige, uscì il 24 maggio del 1945 e la scritta «quotidiano del Comitato di liberazione nazionale di Bolzano», alla fine della seconda guerra mondiale. Il Cln occupò la sede de La Provincia di Bolzano, che fino al ’43 era stato il quotidiano fascista. «Settant’anni di giornale coincidono con 70 anni di pace, di libertà, di Repubblica. Un’Italia diversa da quella che avevamo conosciuto prima», ha detto ieri Renato Ballardini, che nel ’45 era un partigiano prima di diventare avvocato e parlamentare. È stato lui a raccontare la nascita del giornale, «prima ancora del Cln, per un’iniziativa spontanea di Armani, Rizzi e Boesso, che non aspettarono l’ordine del Comitato di liberazione». Una storia bella, ha ripercorso Ballardini, «perché da allora l’Alto Adige, poi Trentino, è stata una fonte di informazioni infinita, ha raccontato ogni giorno gli avvenimenti piccoli e grandi che accadono in questo territorio e ha alimentato il dibattito dando voce ai cittadini, per esempio con la rubrica delle lettere al direttore».

«Il vostro quotidiano ha raccontato la storia ma è stato anche parte della storia del Trentino, grazie alla statura civile di alcuni suoi giornalisti», ha detto il sindaco di Trento Alessandro Andreatta nel suo saluto. «Noi politici abbiamo con la stampa un rapporto ambivalente, siete una bussola e ci aiutate anche a costruire il consenso, ma noi temiamo la critica severa e ci lamentiamo della mancanza di visibilità».

Il giornale nel tempo ha imparato a comunicare con linguaggi e su piattaforme diverse: «L’edicola - ha ricordato Alberto Faustini, direttore del Trentino e dell’Alto Adige - oggi passa da molti mezzi, il computer, il tablet, il telefonino».

Per raccontare i nostri primi 70 anni ieri abbiamo chiamato, insieme a Ballardini, anche un magistrato, ora avvocato, Carlo Palermo, che negli anni ’70, quando arrivò a Trento, da giudice istruttore scatenò un terremoto con la sua inchiesta su un traffico di armi e droga. «Questo giornale - ha detto Palermo - ha narrato una pagina di democrazia, ma questi 70 anni di storia dell’Italia repubblicana continuano a presentare misteri e connessioni occulte e il Trentino è entrato in questa storia, anche con i fermenti del ’68 e con le inchieste». Se Palermo al suo arrivo era convinto di trovare una popolazione chiusa e ostile, i trentini - ha confidato - gli hanno invece riservato «affetto e calore», «mi sono stati vicini in tante vicissitudini come l’attentato subito dalla mafia a Trapani».

L’ex governatore, oggi deputato Lorenzo Dellai, ha portato lo sguardo della politica, andando indietro alla stagione di Tangentopoli, «un’epoca in cui le scelte della politica dipendevano molto anche dall’interpretazione dell’opinione pubblica». «Ma il Trentino - ha detto - ha saputo e continua a saper distinguere il giudizio sulla politica dal “fare politica”». Anche se, ha riconosciuto, «il rapporto tra i giornalisti e il potere è sempre dialettico, perché significa che ognuno fa la sua parte e il sistema funziona» e «non esiste un politico che esercita il potere che non abbia almeno due volte al giorno un moto di stizza verso la stampa». Il riferimento era in primis a se stesso, e a «certi sms», spediti di primo mattino ai giornalisti dopo aver letto la rassegna stampa, «che se fossero divulgati comporterebbero qualche pericolo», ha ricordato con un sorriso.

Un augurio al Trentino, al giornale e alla comunità, è arrivato dall’industriale Giulio Bonazzi, presidente designato di Confindustria Trento: «Oggi per spingere il territorio servono decisioni anche non facili da digerire». E ha invitato a non crogiolarci in un confronto con chi sta meno bene di noi ma ad alzare lo sguardo, oltre i confini della nostra piccola provincia, «alzando il livello delle aspettative». Il nostro giornale continuerà a raccontare: noi vi garantiamo l’impegno, voi lettori dateci fiducia e consigli. Buon compleanno, Trentino.

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