Trentino, la legge sul commerciopremia i negozi con l'asilo

Tra i premi ai commercianti virtuosi anche uno sconto addirittura fino al 50 per cento sui contributi di concessione. E una delle virtù premiate è anche quella della realizzazione di asili aziendali tra scatoloni, stand e scaffali



TRENTO. Tra i premi ai commercianti virtuosi anche uno sconto addirittura fino al 50 per cento sui contributi di concessione. E una delle virtù premiate è anche quella della realizzazione di asili aziendali tra scatoloni, stand e scaffali. Se una struttura commerciale di grande dimensioni penserà in questo modo ai propri dipendenti potrà godere di vantaggi economici non indifferenti.
La nuova legge sul commercio, in discussione in questi giorni in commissione provinciale, punta a una liberalizzazione “controllata” del comparto, tentando di non rompere un equilibrio comunque già abbastanza precario tra chi vorrebbe massima apertura del mercato ai limiti di una concorrenza selvaggia e chi invece difende con le unghie la situazione attuale, magari cercando di godere di privilegi di posizione acquisita a fatica negli anni. Non è un intervento facile quello del legislatore e in commissione si sono anche registrati momenti di tensione, come l’abbandono dei lavori da parte del leghista Civettini perché il documento unificato dei diversi disegni di legge non era stato consegnato per tempo ai commissari.
Tra le normative più curiose, se vogliamo, ma di forte impatto concreto ce ne sono due piuttosto innovative. Una riguarda proprio le agevolazioni alle strutture di grandi dimensioni che si prendono a cuore i propri dipendenti con un occhio di riguardo al welfare. La nuova legge premierà quelle grandi strutture che si doteranno al proprio interno di asili aziendali per i figli dei dipendenti, considerando che molto spesso negli esercizi commerciali ci sono molte donne e madri, oppure ludoteche o servizi di baby sitting. Sconti sui contributi di concessione anche per chi assumerà pescando dalle liste di mobilità, a chi realizzerà un’area per la vendita di prodotti di prossimità (gli ormai famosi “chilometri zero”) o ancora si impegnerà ad aprire un altro negozio in zone montane senza servizi.
L’altra normativa interessante - e che non mancherà di sollevare animate discussioni - riguarda le rivendite di gastronomia che potranno ora aprire uno spazio per permettere la consumazione in loco senza troppi paletti normativi. Attualmente le due attività sono nettamente distinte e necessitano di autorizzazioni diverse. La nuova legge, invece, consentirà ai produttori di gastronomia di riservare un piano d’appoggio di superficie non superiore al 10 per cento del locale e comunque non più di 10 metri quadrati per offrire ai clienti la possibilità di mangiare al volo quanto appena acquistato. Tanto per fare un esempio pratico basti pensare ai panifici o alle rosticcerie. Si sforna la pizza, la si taglia e la si offre al cliente che può consumarla calda direttamente sul posto, in un’area adeguata. Qualcosa di simile si trova già al Poli di via Macani, ma con questa legge la proposta commerciale si diffonderà maggiormente, facendo felici i tanti che pranzano al volo, in pochi minuti e non vogliono spendere molto. Non ne saranno felici le pizzerie tradizionali, per esempio (che già odiano la proliferazione delle pizze al taglio), ma liberalizzazione e concorrenza prevedono anche queste novità.

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