Trentino: i nuovi poveri hanno la cravatta

Ogni giorno i volontari di Trentino solidale distribuiscono qualcosa come 1.000 pasti, per un totale di una tonnellata di cibo, per far sedere a tavola altrettante persone in difficoltà. E i colletti bianchi sono in aumento



TRENTO. «Nell’ultimo anno la richiesta e la distribuzione di cibo per persone in difficoltà è aumentato del 400%». Queste le parole di Francesca Ferrari, presidente di Trentino solidale (network di 134 gruppi di volontari che sono attivi in tutto il mondo: l’85% delle sue attività sono infatti svolte in giro per il mondo) che ieri ha inaugurato il magazzino “Raccolta pasti” in viale Bolognini.
Statistica che poi si tramuta in azione concreta: ogni giorno, infatti, i volontari distribuiscono qualcosa come 1.000 pasti, per un totale di una tonnellata di cibo, per far sedere a tavola altrettante persone in difficoltà. Che, e questo è l’altro dato preoccupante, non sono più solo migranti, senzatetto, anziani abbandonati: «A chiedere il nostro aiuto sono i nuovi poveri: colletti bianchi, gente con la cravatta, mutuo e figli che da un giorno all’altro si trovano senza lavoro. Oppure famigliole che avevano sempre vissuto dignitosamente ma che ora non arrivano più a fine mese». Per vergogna e senso di umiliazione queste persone non chiamano i servizi sociali «e così siamo noi che, ogni giorno, andiamo a suonare il loro campanello per aiutarli». Un dramma sociale nuovo per il Trentino, una delle tante metastasi di una crisi che non vuole mordere la sua presa: «Siamo organizzati in gruppi che vanno nei supermercati o nelle catene e raccolgono il cibo in scadenza. Addirittura per quel che riguarda pane e gastronomia raccogliamo cibo, di fatto, fresco: la legge infatti impone che il cibo preparato e invenduto non possa essere esposto sui banconi il giorno dopo» spiega la presidente. E così, dal primo mattino fino ad orario di chiusura, i tre furgoncini di Trentino solidale girano a raccogliere quella che sarà la cena per molte famiglie: «Tutto questo è a costo zero: si tratterebbe di derrate altrimenti gettate via. Anzi, facciamo anche del bene all’ambiente: a Trento Sud da quando passano i nostri mezzi i rifiuti organici quasi non esistono più. All’inizio il Comune temeva addirittura che dietro ci fosse qualche escamotage dei centri commerciali per evitare la differenziata, ora invece studiano la nostra best practice».
Dietro a questo impegno, 11.278 ore di lavoro dei volontari nel primo quadrimestre 2011 (ad aprile 64 persone) e 118 tonnellate di cibo raccolto tra ipermercati, mense universitarie e catene di negozi. In tutto 110 mila pasti distribuiti sempre più nel discreto silenzio di villette e piccoli condomini dove un tempo ogni sabato pomeriggio arrivavano seconde auto riempite di sacchi e sacchetti della spesa.
«Il più 400% in un anno viene dalla crisi, dal fatto che ora agiamo anche a Rovereto, Riva ed Arco e in Valsugana» - afferma il vicepresidente Giorgio Casagranda. Dietro questa vicenda, affermano da Trentino solidale, c’è però almeno un lato positivo: «Aumentano purtroppo le domande, ma parallelamente anche la generosità dei tanti che ci offrono così generosamente la merce».













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