Treni, Trento-Milano: a giugno il nuovo orario 

Trasporto ferroviario. La partenza alle 9.19 verrà anticipata, così come chiedono i viaggiatori Forti critiche alla soppressione del diretto Trento-Napoli e del collegamento all’alba per Roma



Trento. Se il ripristino del collegamento diretto Trento-Milano (con partenza da Bolzano) è stato accolto con soddisfazione dai viaggiatori (1800 i biglietti venduti in 12 giorni, fa sapere Trenitalia) e dalla stessa Provincia, più di una persona ha fatto notare che al passo in più per la nuova tratta sono corrisposti due passi indietro, visto che da qualche tempo è stato soppresso il Trento-Napoli (obbligatorio il cambio nella capitale), mentre la prima partenza del Trento-Roma è stata posticipata di un’ora, mettendo in difficoltà soprattutto chi viaggia per lavoro.

L’orario Trento-Milano

In verità anche l’orario di partenza del diretto Trento-Milano (9.19) è stato criticato da più parti, soprattutto da chi è interessato alla tratta per motivi di lavoro: Trenitalia è già intervenuta assicurando che dal prossimo giugno la partenza sarà anticipata. Sulla questione è intervenuta con un’interrogazione anche la consigliera provinciale di Futura Lucia Coppola: «Un orario che può essere favorevole per i turisti ma non certo per coloro per esempio che si devono recare a Milano per lavoro. È noto inoltre che ci sono trentini che devono raggiungere Milano per motivi sanitari, magari per visite mediche in giornata. Non c’è dubbio poi che l’intervallo di tempo tra arrivo e partenza sia veramente ristretto. Ecco quindi l’opportunità di implementare le corse dirette Bolzano - Milano e ritorno, prevedendo l’arrivo nel capoluogo lombardo di prima mattina e il ritorno con partenza nel tardo pomeriggio».

Trento-Napoli

Tornando alla soppressione del diretto Trento-Napoli e dell’eliminazione del Frecciarossa per Roma all’alba, Roberto Andreatta, dirigente del Servizio trasporti della Provincia, spiega che la situazione è figlia della riorganizzazione degli orari: è stata varata dal gestore della rete per evitare un accumulo di ritardi che da circa un anno era cronico per chi viaggiava verso sud, anche a causa di una serie di lavori sulla tratta.

«La rivisitazione dei treni su Napoli e da Napoli è legata ad una sistemazione delle tracce che nell'ultimo anno accumulavano ritardi, specialmente le Frecce in partenza da Napoli - spiega Andreatta - la rottura di carico a Roma (il cambio ndr) è funzionale ad un recupero di puntualità ma non si può dire per questo che vengano meno i collegamenti su Napoli». Andreatta ci tiene poi a precisare che i viaggiatori delle Frecce – 10 corse al giorno in Trentino tra arrivi e partenze su 60 complessive - rappresentano una quota minoritaria del trasporto giornaliero in provincia: sono 15mila, infatti, i pendolari che ogni giorno salgono sui treni, mentre sulle Frecce salgono 5mila persone. Ergo – osserva il dirigente provinciale - la tutela dei pendolari, cioè di studenti e lavoratori che ogni giorno scelgono la ferrovia per raggiungere le rispettive sedi, deve essere prioritaria per l’ente pubblico. «Non si può non tenere conto di questi numeri allorquando si chiede che le Frecce abbiano degli orari in orario ad esempio di punta – aggiunge Andreatta - nel quale andrebbero certamente a detrimento dei servizi dei treni regionali per i pendolari».

Trento-Roma

Il dirigente, in merito alla questione Trento-Roma, aggiunge che è comunque possibile arrivare nella capitale alle 10.30 del mattino prendendo il regionale delle 5.36 e la Freccia successivamente, con cambio a Verona.Per quanto riguarda, infine, il collegamento Trento-Milano, Andreatta spiega che già Trenitalia ha chiarito di voler modificare nel prossimo giugno, anticipandoli, gli orari del Frecciarossa, ora in partenza alle 9.19. Il dirigente aggiunge poi che la Provincia non ha alcuna competenza nel merito (se non il compito e l’interesse, eventuale, di dialogare con Trenitalia per chiedere i collegamenti), anche perché si tratta di servizi ferroviari che rispondono esclusivamente a logiche di mercato, non ricevono alcun tipo di finanziamento pubblico. A differenza, invece, di quanto accade per i pendolari, per i quali ci sono dei contratti di servizio sulle tratte Trento-Verona e Trento-Bassano che costano alle casse pubbliche 20 milioni all’anno, ovvero la differenza tra il costo del servizio e quello che effettivamente ci mettono gli utenti. Per le cronaca: ogni anno i treni per i pendolari percorrono 1,9 milioni di chilometri. G.F.P.















Scuola & Ricerca

In primo piano