Tre donne contagiate da un frate 

Trento. É ancora in città, legge le notizie sul giornale. e non sa darsi pace per quello che è successo. lui è l’inconsapevole frate cappuccino che ha contagiato con il coronavirus quattro anziane...


Gianpaolo Tessari


Trento. É ancora in città, legge le notizie sul giornale. e non sa darsi pace per quello che è successo. lui è l’inconsapevole frate cappuccino che ha contagiato con il coronavirus quattro anziane donne trentine: la signora di 83 anni ricoverata in isolamento al santa chiara da domenica, cui si sono aggiunte altre due donne individuate col tampone nella notte tra lunedì e martedì. sono tutte in isolamento nelle loro case.

Sì, quel religioso di origine toscana, 84 anni, aveva la tosse da tempo ma di certo non immaginava di essere ammalato di quel virus che sta tenendo tutti col fiato sospeso. lo sta accudendo a casa propria una signora del gruppo, una di quelle che ha contagiato lui. per la provincia il religioso è il “caso indice”, quello che portato il virus in trentino: il frate dopo aver girato in lungo ed in largo mezza italia (con tutta probabilità anche i focolai del nord) venerdì 21 febbraio ha guidato un pellegrinaggio in partenza da trento per assisi.

Apostoli della Misericordia

Anzi si trattava di un convegno, con due pernottamenti, sino a domenica 23, organizzato dagli “Apostoli della divina misericordia con Maria Regina della Pace”: 42 persone provenienti da diverse parrocchie trentine, più l’autista. E, secondo una partecipante al viaggio, anche due veneti, tra cui un sacerdote. Di fatto quel pullman è diventato un incubatore di coronavirus, trasmesso a tre donne (tutte sopra gli 80 anni, solo la prima è in ospedale ma sta bene, si è alzata e mangia) ed ha rialzato l’asticella dell’allerta in Trentino.

I cinque nipoti

Morale? Sono in isolamento tutti partecipanti alla gita, alcuni parenti delle signore contagiate. Ma le conseguenze non sono solo queste. Sul bus per Assisi c’erano anche due nipoti in viaggio con le nonne. E altre tre signore partecipanti all’escursione in Umbria, nei giorni successivi hanno ospitato nelle loro case i rispettivi nipoti: «Abbiamo deciso in via precauzionale di chiudere fino a lunedì prossimo le cinque scuole frequentate da questi ragazzi. Quattro a Trento (Sacra Famiglia, Salesiani, De Gaspari e liceo Galilei) mentre a Rovereto sarà chiuso l'Iti Marconi. I nostri esperti ci dicono che le possibilità di contagio sono minimali ma vogliamo che i trentini si sentano tranquilli. La sensibilità della gente è comprensibilmente alta ed i trentini hanno dimostrato di fidarsi - ha detto Fugatti - mandando a scuola il 95 per cento dei ragazzi dopo la prima chiusura. Certo, la situazione è in costante evoluzione e le scelte che si faranno potranno mutare. Noi cerchiamo di dare continuità alla scuola».

Continua a lavorare con encomiabile normalità anche l’ospedale Santa Chiara: i rigidi protocolli dell’Azienda hanno evitato uno degli scenari più temuti, quello che si sarebbe realizzato in Lombardia, con un ospedale infettato, divenuto serbatoio del coronavirus. La mascherina fatta indossare alla prima paziente al triage, e la sua collocazione in una stanzetta isolata, hanno consentito di evitare il disastro sul piano del contagio ma il personale dell’ospedale, sempre e comunque in prima linea, “paga” con 15 operatori (tra medici, infermieri e oss) che dovranno rispettare la quarantena da 15 giorni. Lo scenario di diversi casi come quello accaduto, e ben delimitato, domenica avrebbe conseguenze molto pesanti sul lavoro in ospedale. Ma oltre all’emergenza si profila una problematica di lungo periodo.

Attenzione agli over 75

Che il governatore Fugatti anticipa così: «Il Trentino non è un cluster, perché il virus è mappato presumibilmente nell'interezza della sua diffusione in provincia. «L'evidenza scientifica - ha aggiunto - ad oggi ci conferma che la gran parte dei soggetti a rischio sono anziani, ultrasettantacinquenni. La nostra attenzione, anche nei prossimi giorni, dovrà essere rivolta a quella parte della popolazione».

In Lombardia hanno suggerito loro di restare a casa. Qui, per fortuna, ancora non serve, ma le notizie dai territori confinanti preoccupano.













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