Tre consiglieri non danno i redditi

Eccher, Morandini e Giovanazzi si rifiutano. Dorigatti: «Servono sanzioni»


Chiara Bert


TRENTO. Puntuale è arrivata anche quest'anno la richiesta del presidente del consiglio provinciale ai consiglieri di comunicare i dati della propria dichiarazione dei redditi. In tre hanno risposto no: Claudio Eccher, Nerio Giovanazzi e Pino Morandini. E alla prossima seduta del consiglio Bruno Dorigatti renderà pubblica la situazione richiamando i consiglieri. Il presidente Dorigatti lo ha preannunciato venerdì ai capigruppo, informando di aver già precedentemente inviato ai tre consiglieri - a norma di regolamento - una lettera di sollecito.

Dorigatti ha chiarito che il 17 aprile darà loro la parola per spiegare il proprio punto di vista, ma non si aprirà un dibattito sull'argomento. «Saranno i cittadini a fare le loro valutazioni, personalmente - spiega il presidente - ritengo che questo regolamento vada cambiato. Così com'è oggi è monco, non ha senso perché a fronte di un rifiuto, non è prevista nessuna facoltà coercitiva né una sanzione come invece avviene alla Camera».

L'anno scorso solo un consigliere - Marco Sembenotti (Civica per Divina) - non aveva presentato il modello Unico relativo al 2010. Con una motivazione precisa: «Nel 2009 non ero ancora consigliere provinciale e quindi non ritengo di dover comunicare i miei redditi relativi a quell'anno». «Coerentemente - spiega oggi - quest'anno l'ho presentata, anche se personalmente ritengo che questa sia una norma inopportuna e monca. Non opportuna perché se l'obiettivo è smascherare chi si è arricchio illecitamente, sicuramente questo non emerge da una dichiarazione dei redditi, e monca perché non è prevista nessuna sanzione per chi non ottempera alla richiesta».

Altri tre suoi colleghi hanno invece scelto di fare marcia indietro rispetto allo scorso anno. Uno è il capogruppo di Sembenotti, il noto chirurgo Claudio Eccher. Il quale dichiara di voler attendere la seduta del consiglio per dare in aula la propria motivazione: «In questa fase - si limita a dire - c'è un'attenzione fortissima su questi argomenti che crea un certo disagio». Più esplicito Pino Morandini (Pdl): «In 5 legislature ho sempre consegnato la dichiarazione dei redditi, ma in questi ultimi anni ho dovuto tollerare commenti non obiettivi sul mio conto. Oggi difendo la dignità mia e della mia famiglia. La trasparenza non è violata, il mio stipendio di consigliere è noto e le tasse, diversamente da qualche altro collega, le ho sempre pagate fino all'ultimo euro».

Di altro tipo il diniego di Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino), che lo ha spiegato in una lettera inviata a Dorigatti: «La mia è una reazione a quanto successo l'anno scorso, quando su un quotidiano sono state riportate notizie infondate (su un'acquisizione di terreni che era un'eredità del padre, ndr) che hanno danneggiato la mia immagine. Non sarò un politico eccellente, ma rivendico di essere sempre stato corretto e provo ancora amarezza. Ho voluto dare un segnale di protesta per come vengono gestiti questi dati. Bisogna avviare un cambiamento culturale, io non ho bisogno di raccogliere il consenso assecondando la sete di queste notizie. E non posso pagare per quei politici che sbagliano e si arricchiscono indebitamente».













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