Translagorai, nervi tesi: ora la Sat è sotto processo 

Tutto esaurito al dibattito: critiche al progetto ma anche dissenso interno La richiesta: «Fate marcia indietro». La difesa: «La montagna sarà tutelata»


di Andrea Selva


TRENTO. Tanta gente e nervi tesi ieri sera in casa Sat (anche all’interno dell’associazione) sul progetto Translagorai. Tutti esauriti i 120 posti a sedere, con molte persone anche in piedi per conoscere i dettagli del progetto, ma soprattutto per partecipare al dibattito che si è trasformato in una carrellata di dubbi e accuse contro l’idea del trekking sul Lagorai, ma anche contro il ruolo che la Sat ha avuto in questo progetto. Nel corso della serata è giunta anche la proposta di Ruggero Vaia, socio della Sat di Cavalese: “La Sat si tiri fuori dal progetto, almeno per quanto riguarda Malga Lagorai”. E la presidente Anna Facchini e il vicepresidente Roberto Bertoldi a spiegare che su quella malga i giochi non sono ancora fatti e che l’attenzione sarà alta. Doveva essere una serata informativa e di confronto, si è trasformata in una sorta di processo con la Sat sul banco degli imputati, presente pure Claudio Bassetti che aveva gestito la vicenda durante la sua presidenza.

A rompere il ghiaccio degli accusatori è stato l’ambientalista fiemmese Luigi Casanova che tirando in ballo l’ex assessore Mauro Gilmozzi ha invitato tutti ad andare a vedere i conflitti di interessi che ci sarebbero dietro il progetto del trekking. Marisa Speccher (della Sat di Sopramonte) ha chiesto ai vertici della Sat: “C’è davvero il bisogno di arrivare dappertutto oppure è opportuno mantenere alcuni itinerari (come appunto il Lagorai) riservati a chi è in grado di percorrerli?”. A manifestare le fratture interne alla Sat è stato Paolo Frassoni (della sezione Sat di Trento) che ha detto: “Dove sta scritto che la Sat debba sostenere speculazioni sul territorio? Nello statuto non c’è traccia di tutto questo”. A rincarare la dose, in tema di statuto, è stata Celestina Schmidt, della Sat di Aldeno: “Non ci sono ancora i progetti, eppure avete già preso posizione, statuto alla mano mi sono sentita tradita. E se davvero quello che ci proponete per il Lagorai è un altro Catinaccio allora sappiate che in valle di Fassa non vado da anni, per non parlare del Latemar”.

Fuori dal coro l’ex dirigente provinciale (alle foreste) Mauro Colaone, da poco socio Sat, che ha fatto notare come il Lagorai non sia quel territorio incontaminato che molti immaginano: “E’ una zona dove si leggono rapporti millenari tra uomo e natura, non facciamo dietrologie, non saranno 40 posti a sedere e 20 posti letto in un rifugio il problema. La vera occasione persa (anche per la Sat) è quella di estendere la tutela su quest’area”. Più moderato pure Marco Frenez (anche lui socio Sat) che ha messo in evidenza il coraggio dell’associazione nell’affrontare questo dibattito sicuro – ha detto – che non ci sono speculazioni nascoste sebbene sul progetto possono sorgere varie perplessità.

Tra i critici Daniele Pizzoli (il socio che per primo aveva chiesto gli atti alla Sat su questo progetto) e poi Paolo Scarian, fiemmese, sostenitore del parco del Lagorai, ora molto attivo contro il progetto Translagorai che ha chiesto alla Sat: “Ma dove eravate quando l’estate scorsa hanno inaugurato la ferrata al lago del Bombasel?”. E poi la richiesta di Ruggero Vaia che su Malga Lagorai ha chiesto la marcia indietro della Sat e ha criticato i punti tappa a bassa quota: “E’ come se l’A22 costruisse un autogrill al passo Lavazè, non c’entra nulla”. Con Cristina Canal (Giù le mani dal Lagorai) a considerare i numeri che servono per tenere aperto un rifugio in quota.

Alle ore 22 la lista degli interventi era ancora lunga quando ha preso la parola Claudio Ferrari, dirigente provinciale delle aree protette: “Ognuno questa sera tornerà a casa con la sua idea, ma vi assicuro che in questo progetto, nato da un processo partecipativo, non c’è nulla di losco”. E un altro dirigente provinciale, Alberto Trenti (“ma parlo da libero cittadino”) a invitare la Sat a considerare con attenzione il dissenso emerso durante la serata.













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