Traffico, passo Sella bocciato dai turisti

Troppa folla e rumore: giudizi negativi soprattutto da tedeschi, austriaci e svizzeri. E i motociclisti? Tirano dritto


di Andrea Selva


TRENTO. Il passo Sella bocciato dai turisti stranieri: bel panorama, unico al mondo, ma l’esperienza è rovinata dal traffico eccessivo, dalla folla e dal rumore. Un voto negativo assegnato soprattutto dai turisti di Germania, Austria e Svizzera (oltre il 50 per cento dei giudizi sono negativi o molto negativi) mentre i turisti provenienti dal resto del mondo sono leggermente più indulgenti. E gli italiani? Sono più positivi: nonostante il traffico la maggioranza degli intervistati ha assegnato all’area del Sella almeno la sufficienza. E’ il risultato di un’indagine effettuata dall’Eurac di Bolzano per conto della Fondazione Dolomiti Unesco, intervistando 350 persone (un campione rappresentativo dei turisti che scelgono i passi dolomitici) in transito sul passo Sella.

Lo studio è stato effettuato nel 2014, ma è stato pubblicato solo nel 2015 e il giudizio negativo da parte dei turisti è uno dei punti di partenza della sperimentazione di mobilità alternativa che Trento e Bolzano hanno deciso di avviare proprio sul passo Sella. Ecco cosa pensano i turisti intervistati della mobilità sui passi dolomitici.

Il tempo trascorso in quota

Tra i dati che emergono dalle interviste c’è la differenza di tempo che i turisti trascorrono sui passi dolomitici. Per quanto riguarda i motociclisti il tempo è molto breve: 3 motociclisti su 4 hanno trascorso a passo Sella meno di 30 minuti. Si tratta di un turismo “mordi e fuggi”, concentrato nella corsa in moto, con tempi molto più veloci rispetto a chi si muove in auto o con i mezzi pubblici che si trattiene in quota per tempi molto più lunghi. I motociclisti considerano la propria “due ruote” una parte fondamentale dell’esperienza sulle Dolomiti e quindi non sarebbero disposti a cambiare mezzo di trasporto per salire - ad esempio - su un autobus pubblico. Per quanto riguarda gli automobilisti va evidenziato che in buona parte sono escursionisti (30 per cento) che lasciano l’auto e partono per mete più o meno impegnative, lontane dalle strade. Da notare che la maggior parte degli intervistati non ha effettuato “soste panoramiche” lungo il tragitto per arrivare a passo Sella.

Disponibilità a pagare

Tra i temi approfonditi dallo studio c’era anche la disponibilità a pagare un pedaggio per accedere al passo Sella. La risposta è molto diversa in base alla nazionalità degli intervistati: la maggior parte degli italiani si è dichiara “non disponibile” al pagamento di un pedaggio, mentre il risultato è diametralmente opposto per quanto riguarda i turisti tedeschi, austriaci e svizzeri che in massima parte sono disponibili a mettere mano al portafogli. E anche sul “quanto” le posizioni sono molto diverse: gli italiani pronti a pagare accetterebbero un pedaggio di 5,67 euro, mentre nel caso degli stranieri la disponibilità arriva fino a 10 euro. I motociclisti (sia stranieri che italiani) hanno infine un atteggiamento leggermente più positivo di fronte all’ipotesi di pagare un pedaggio rispetto agli automobilisti.

Il gradimento della visita

Nonostante i giudizi negativi su traffico, folla e rumore tutti i turisti intervistati si sono dichiarati complessivamente soddisfatti della loro visita al passo Sella e in massima parte (il 98,3%) erano a conoscenza che le Dolomiti sono state dichiarate patrimonio dell’umanità.

La sperimentazione

Martedì la Fondazione Dolomiti Unesco ha diffuso un comunicato - firmato dalla presidente Mariagrazia Santoro - che conferma l’accordo tra le province di Trento e Bolzano per l’avvio di un percorso sperimentale “condiviso e partecipato” sul passo Sella. Nel comunicato si chiarisce che le due province autonome hanno “condiviso l’iniziativa con i colleghi delle altre province e regioni in seno al consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco” con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della mobilità sostenibile coerentemente con una visione di turismo di qualità”. Un chiarimento che arriva dopo che da Belluno (e più in generale dalla Regione Veneto) era arrivata una secca presa di distanza rispetto a qualsiasi ipotesi di limitazione del traffico sui passi dolomitici, giudicata senza mezzi termini “incostituzionale”.













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