«Tradito, questo Patt non è più casa mia»

TRENTO. Onorevole Ottobre, cosa accadrà al congresso dopo lo scontro di questi ultimi giorni? Hanno fatto l’ultima bastardata nei miei confronti. Da tre giorni chiediamo di conoscere i tempi di...



TRENTO. Onorevole Ottobre, cosa accadrà al congresso dopo lo scontro di questi ultimi giorni?

Hanno fatto l’ultima bastardata nei miei confronti. Da tre giorni chiediamo di conoscere i tempi di intervento per il candidato presidente, prima ci hanno detto che erano 10 minuti, poi sono diventati 5. Ecco, questa è una scorrettezza assoluta. Evidentemente per i nostri dirigenti il presidente del partito vale 5 minuti. E quindi quello che non potrò dire al Palarotari ho deciso di pubblicarlo sul giornale, a pagamento.

Il presidente Rossi ha detto che sulla linea politica non ci sono divergenze con Ottobre. Allora perché si è arrivati a questo scontro? La rottamazione è abbastanza per giustificare una battaglia al congresso?

Io non mi sono mai candidato né contro Rossi né contro Panizza. Sono entrato nel Patt 11 anni fa e nessuno può negare che ho servito il partito, prima come assessore comunale, poi come consigliere provinciale e infine come deputato. Ho giocato la mia partita non per essere contro, ma per arricchire il dibattito interno, per dire che occorre mettere il turbo al partito e portare avanti delle riforme di segno autonomista. Volevo un partito che non fosse solo uno strumento dell’uomo solo al comando.

Perché non ha mantenuto la candidatura alla segreteria?

Per evitare lacerazioni che in questo momento non avrebbero fatto il bene del Patt. Io ho giocato le mie carte con correttezza, onestà e lealtà. Altri no. In questo pre-congresso se ne sono viste di tutti i colori: dal porta a porta del segretario per farmi smottare il terreno sotto i piedi, alle prese di posizione di Kaswalder bacchettato da Rossi, riportato nei ranghi e zittito con la promessa della vicepresidenza del consiglio regionale. E poi c’è stato il voltafaccia di quello che credevo un amico fraterno, Carlo Pedergnana, comprato per trenta denari per essere candidato presidente contro di me. Sono notti che non ci dormo.

Che conclusioni trae?

Che chi ha urlato di più e ha resto la vita impossibile è stato premiato da Panizza e Rossi, mentre il sottoscritto, che si è sempre mosso nel solco di Rossi e Panizza, è stato punito con il gesto più squallido. Io questo non posso accettarlo.

Se Pedergnana sarà eletto presidente, sarà anche il suo presidente?

Non potrò mai accettare presidente un mio fedelissimo che mi ha voltato le spalle all’ultimo.

Sta dicendo che uscirà dal Patt?

Io ai delegati dirò che scelgono tra opportunismo e idealismo. Mi appello agli ideali di Pruner, Fedel e Moltrer. Se la scorrettezza di Pedergnana sarà confermata dai vertici, io in questo partito non ci sarò più, non è più la mia casa. I nostri giovani sono delusi e lo hanno scritto in una lettera pubblica. Io sono entrato nel Patt perché mi sentivo in una famiglia, ma qual è il genitore che mette uno contro l’altro due fratelli? Per militare in un partito bisogna essere uomini.













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