Torre Civica, libera ma meno bella

Non piacciono i tubi per la pioggia. Il Comune: «Rischioso farli all'interno»


Jacopo Tomasi


TRENTO. Dopo due anni di lavori e 940.000 euro di spesa è terminato il restauro della Torre Civica che da qualche settimana è stata "liberata" dai ponteggi ed è tornata a dominare piazza Duomo. I lavori di recupero l'avranno certamente rinforzata, ma a stonare sono i pluviali esterni che percorrono la torre dalla cima alla base. Poco eleganti dal punto di vista estetico, ma necessari secondo il Comune.

Costruita prima dell'anno Mille, la Torre Civica negli ultimi anni stava dando i primi pericolosi segnali di cedimento. Erano persino caduti alcuni sassi nelle vie sottostanti. Così, in seguito alla permuta con la Diocesi che l'ha "passata" al Comune, nell'ottobre del 2009 era iniziato il restauro della struttura, alta ben 43 metri. Lavori necessari, come aveva spiegato l'architetto del Servizio edilizia pubblica Daniela Tessarin, in questo caso direttrice dei lavori. «C'era il pericolo di caduta di intonaci ed elementi strutturali», aveva detto quando era partito il restauro. In questi due anni, infatti, è stata consolidata la struttura e sono stati tolti tutti gli elementi in eccesso, come la scala di legno che collegava il terzo al quinto livello. Non solo. I tecnici hanno messo mano anche all'interno, dove sono stati restaurati i graffiti trovati negli spazi che, fino alla fine della prima guerra mondiale, ospitavano una temibile prigione. L'idea sarebbe anche quella di renderla visitabile a piccoli gruppi - scolaresche, turisti, curiosi - anche se al momento pare difficile che si possa salire fino all'ultimo piano per godersi la vista della città dall'alto.

Fin qui, dunque, le buone notizie. Infatti, se da una parte il restauro ha ridato alla città una Torre Civica più solida e ripulita, non si può dire che l'abbia resa anche più bella. Non si possono non notare i pluviali esterni che, nelle giornate di sole, "abbagliano" chi arriva da via Verdi o - ancor di più - chi passeggia in via Garibaldi. I tubi color argento percorrono la torre dalla cima alla base e, sentendo il parere di molti, rovinano la facciata dello storico edificio che è stato rimesso a nuovo anche in occasione del 150º anniversario dell'Unità d'Italia. Ma era proprio necessario che quei pluviali fossero così visibili? Dal Comune fanno sapere che «la scelta di realizzarli esternamente si è resa necessaria in quanto, per farli internamente, si sarebbero dovuti forare dei solai antichi, con il rischio di infiltrazioni. Di conseguenza, a fronte di un lavoro reso necessario dai frequenti intasamenti, la soluzione meno impattante è stata ritenuta quella di farli esterni».

I tecnici del Comune fanno notare che «anche Palazzo Pretorio ha dei pluviali esterni color rame. In questo caso - spiegano - è stato scelto in color argento perché più adatto su una pietra bianca come quella della Torre Civica». Insomma, non c'erano alternative, come conferma il dirigente del Servizio edilizia pubblica, ingegner Giuliano Franzoi. «Quella dei pluviali esterni era l'unica possibilità percorribile», afferma. «Sono brutti? La scelta dell'acciaio - prosegue - è stata presa in uniformità con i pluviali del Duomo e comunque questo materiale andrà ad opacizzarsi e sarà più omogeneo col resto della struttura». L'ingegner Franzoi, infine, non esclude la possibilità di visite all'interno. «Stiamo verificando la fattibilità assieme all'assessorato alla cultura e al Museo diocesano per capire le modalità di accesso. È probabile - conclude - che comunque non si possa salire fino all'ultimo piano».













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