Tolti i veli alla statua che celebra le zigherane

Folla ieri mattina a Borgo Sacco. Cossali: «Monumento con finalità civiche» Armando Aste: «Una doverosa celebrazione pensando a tutte le giovani madri»


di Nicola Filippi


ROVERETO. Testa china, avvolta in un fazzoletto di cotone, mani veloci ed esperte sulla foglia di tabacco, sopra un tavolo di legno. Ecco la trasfigurazione in ferro battuto della zigherana (o sigaraia) che Livio Conta, l’artista di Monclassico, ha sintetizzato dell’epoca della Manifattura tabacchi. La statua scelta dal comitato promotore (presieduto dall’alpinista Armando Aste), benedetta ieri mattina da don Pietro Franco, sul sagrato davanti alla chiesa della Trinità, a Borgo Sacco, celebra «un atto quotidiano» di migliaia di zigherane, ricorda la trasformazione della città e della Vallagarina da zona agricola in polo industriale. Il monumento è stato scoperto ieri mattina davanti ad un folto pubblico. Tante le autorità politiche presenti, dal senatore Molinari all’assessore provinciale all’industria Olivi, dal presidente di “Manifattura Domani” Salvatori al presidente della Comunità di valle Bisoffi, al “padrone di casa” il sindaco Miorandi con il vicesindaco Daicampi, a testimonianza della «finalità civica di uno dei pochi nuovi monumenti storici» della Vallagarina, ha rimarcato il critico Mario Cossali.

Armando Aste, presidente del comitato promotore del monumento, ha attinto dal bagaglio dei propri ricordi di ex operaio della Manifattura tabacchi il significato dell’«importante e doverosa celebrazione, pensando alle tante giovani ragazze che, come mia madre, scendevano dai paesi di montagna, a piedi, per recarsi al lavoro, ore di cammino, anche per tornare a casa la sera, ogni giorno». Un flash particolare anche per «l’amico e fuochista, Lino Cescotti, oggi il decano dei rimasti che, in tempo di guerra, faceva spola, in bicicletta, malgrado il pericolo degli aerei che funestavano tutta la valle dell’Adige, da Rovereto a Verona, di notte, d’inverno, munito di lasciapassare, per portare documenti importanti dalla nostra manifattura alla direzione generale che era a Verona».

«La gratitudine è la memoria del cuore» ha sottolineato Armando Aste che, augura a Manifattura Domani «un futuro fruttuoso, ma non dobbiamo dimenticare gli insegnamenti e le esperienze che vengono da passato, perché sarebbe come disconoscere le nostre origini e la tenacia delle precedenti generazioni». La festa è poi proseguita all’interno della Manifattura, dove sono state distribuite copie del libro “La Zigherana”, erano esposti i bozzetti delle opere “scartate” e si poteva acquistare l’annullo filatelico speciale.

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