il sisma

Terremoto, dal Trentino la regia dei primi soccorsi

La sala operativa del capoluogo ha coordinato ieri tutte le Protezioni civili regionali. Videoconferenza no-stop dal mattino. Inviate nell'area del sisma tre unità cinofile


di Luca Marognoli


TRENTO. Da Trento sono partite ieri mattina le prime tre unità cinofile dirette in Umbria e Marche. E dalla sala operativa di emergenza di Spini di Gardolo, a 500 chilometri dall’area colpita dal sisma, sono stati individuati in tutta Italia e inviati nei Comuni terremotati i primi tecnici che dovranno occuparsi delle pratiche relative agli edifici lesionati. Subito attivato e mantenuto aperto no-stop tutto il giorno il collegamento in videoconferenza con Rieti, sede della Dicomac, la Direzione di comando e controllo del Dipartimento nazionale di Protezione civile. L’ingegner Vittorio Cristofori, dirigente del servizio prevenzione rischi della Provincia, è fra i dirigenti che era nella “stanza dei bottoni”, anzi degli schermi di coordinamento.

Ingegner Cristofori, siete operativi dal terremoto di Amatrice...

Sì, dal 24 agosto. Con la scossa di mercoledì abbiamo aumentato la reperibilità e l'operatività. Eravamo qui dal momento della scossa e siamo stati attivati subito.

Quante persone sono state chiamate in sala operativa?

All’inizio c'era una persona ma alle dieci eravamo in otto, tra funzionari e dirigenti. Poi è passato anche il presidente Rossi. La videoconferenza che si tiene alle 8.30 di ogni mattina è rimasta attiva tutto il giorno.

Quali le prime cose che avete fatto in mattinata?

Abbiamo fatto da raccordo per individuare e inviare sul posto tecnici, ingegneri e architetti a supporto dei Comuni e delle Regioni colpite: funzionari che dovranno occuparsi degli aspetti amministrativi, dalla stabilità degli edifici, alla viabilità, alle reti. Inoltre abbiamo attivato tutte le unità cinofile su scala nazionale. La prima è partita proprio dal Trentino ed è arrivata prima di mezzogiorno.

Da chi è formata la squadra intervenuta?

Dal pilota del nucleo elicotteri Fabrizio Degol, dal coordinatore dei conduttori Dalvit e da altri due colleghi della Scuola cani da ricerca e da catastrofe. Hanno fatto delle ricerche ma sembra che non ci sia molto da operare, perché non c'è nessuno sotto le macerie.

Quella di oggi è stata la scossa più forte dai tempi dell'Irpinia. Come si spiega il fatto che nella zona di Amatrice ci siano state così tante vittime e in Umbria, per fortuna, nessuna? Dipende dagli interventi massivi di consolidamento strutturale fatti in passato?

Esatto: quella dorsale, in particolare nelle Marche e in Umbria, è stata colpita da una serie di terremoti, gli ultimi nel 1997, che hanno distrutto gli edifici più deboli. Quelli ricostruiti sono a norma antisismica, mentre quelli rimasti sono stati rinforzati. Ad Amatrice, le abitazioni probabilmente erano meno sicure, perché si trattava ancora di quelle storiche.

Significa che l'Italia in Umbria e Marche ha fatto un buon lavoro.

Sì, come anche nel Friuli. Ovviamente se viene colpita una zona notoriamente sismica è più probabile che gli edifici possano resistere a determinate magnitudo. In Giappone accade agevolmente perché lì c'è un terremoto ogni settimana. In Trentino, che non è una zona sismica, la situazione può essere diversa. Vanno considerati anche altri elementi: in Umbria e Marche c'è stato un terremoto pochi giorni fa e molte persone sono uscite da casa. Ma i danni riguardano soprattutto il patrimonio storico e gli edifici di culto, tranne in alcuni paesi come a Castelluccio, che è stato praticamente demolito.

Qual è il lavoro che attende gli esperti nelle zone terremotate? Va fatta una verifica di staticità alloggio per alloggio?

C'è un gruppo di tecnici inviati dal dipartimento nazionale che verifica se il sisma ha causato danni reversibili oppure riparabili all'interno della singola abitazione. Viene redatta una scheda che dice se un edificio è agibile, agibile con prescrizioni o inagibile. Ma per farlo ci vuole un paio di mesi: tanto è servito nella zona di Amatrice.

Come si spiega, per chi è a digiuno di nozioni geologiche, che un terremoto che avviene in Centro Italia si avverta anche in Austria? Come avviene la propagazione dell'onda sismica?

La diffusione dell'onda sismica dipende dalla profondità del sisma, dalla sua intensità e dal tipo di materiale che attraversa: è normale che arrivi a grandi distanze. È simile all'onda causata da un sasso gettato in un lago. Parte dal sottosuolo e si allarga scemando sempre di più.

Qual è stata l'intensità percepita in Trentino?

L'intensità è misurata dalla scala Richter: in Umbria è stata del 6.5, che corrisponde circa al 9 della Mercalli, scala che invece si riferisce ai danni causati. In Trentino l'intensità percepita è stata del grado 4 della Mercalli. Siamo al livello di lampadari che oscillano, ma molto dipende dal tipo di edificio e dal piano in cui ci si trova: anche per questa variabilità la Mercalli è stata un po' abbandonata.

Ci sono stati danni nella nostra provincia?

No, nessuna segnalazione.

C'è una qualche possibilità di un risveglio sismico anche al nord e in Trentino?

Nessuno lo può sapere, perché non si possono fare previsioni. La nostra regione è a bassa sismicità nella parte bassa e in quella nord molto bassa. Siamo abbastanza tranquilli; dopo di che dobbiamo ricordarci che il grado di sismicità dipende da un catasto dei terremoti che si sono succeduti negli anni. L'Emilia Romagna era a bassa sismicità, poi è diventata ad alta.













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