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Tassullo Materiali dichiarata fallita

Il Tribunale ha accolto l’istanza della Procura e di alcuni creditori, ma l’attività continua e i lavoratori non perdono il posto


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Tassullo Materiali è arrivata al capolinea. Ieri il Tribunale di Trento (collegio composto dai giudici Monica Attanasio, Renata Fermanelli e Adriana Detommaso) ha dichiarato il fallimento della società su richiesta della Procura e di alcuni creditori. Contemporaneamente è stato revocata con un decreto dello stesso collegio l’ammissione alla procedura di concordato preventivo. Il Tribunale ha preso atto che non c’erano le condizioni per andare avanti con il piano concordatario e che ormai non c’erano più margini per salvare la Tassullo Materiali.

Del resto la situazione era già precipitata con la messa in liquidazione della holding Tassullo spa, con il fatto che le due aste indette dal commissario giudiziale Alberto Bombardelli per la vendita degli asset della Tassullo Materiali erano andate deserte e con l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori, a partire dall’ex ad Stefano Odorizzi, avanzata dal collegio sindacale. Nonostante i molti argomenti contrari al fallimento portati dalla curatrice speciale della Tassullo, l’avvocatessa Patrizia Corona, il collegio ha ritenuto che non ci fossero più margini.

Nell’immediato, la decisione di dichiarare il fallimento non avrà ripercussioni per i 71 dipendenti, dal momento che il Tribunale ha disposto l’esercizio provvisorio e, quindi, la continuazione dell’attività dell’azienda. A questo scopo, il collegio ha nominato come curatore fallimentare lo stesso commissario Bombardelli e come suo coadiutore Stefano Zotta che già adesso amministra la Tassullo Materiali dopo la revoca degli amministratori decisa dal Tribunale.

I dipendenti, quindi, continueranno a lavorare. Finora hanno percepito regolarmente gli stipendi e la società ha sempre continuato nella sua attività, se si eccettua la Tassullo Beton che ha cessato l’attività su decisione del commissario dovuta al fatto che la Beton non pagava alla sua controllante Tassullo Materiali gli inerti che poi commercializzava. In quell’occasione, sei dipendenti sono stati lasciati a casa. Gli altri 71 adesso sperano che la situazione non precipiti e che arrivi qualcuno a salvare le attività dell’azienda.

Come si ricorderà il commissario aveva indetto tre aste per gli asset della Materiali. Il lotto più ricco era quello costituito dalle celle ipogee, il prezzo a base d’asta era partito da 13 milioni e poi stato tagliato del 20 per cento alla seconda asta. Ma ancora nessuno si era presentato proprio perché i soggetti interessati hanno preferito stare alla finestra in attesa che il prezzo cali ancora. Con il fallimento questo sarà inevitabile.

I sindacati hanno sempre chiesto che la Materiali venisse venduta tutta insieme perché questo era l’unico modo di difendere i posti di lavoro. Infatti, le celle ipogee, che vengono vendute alla Melinda per conservare le mele, non assorbono molta occupazione. I lavoratori sono quasi tutti impiegati nell’attività tradizionale e negli stabilimenti che sono meno appetibili. Per questo c’è il rischio che qualcuno voglia approfittare della situazione e l’assessore Alessandro Olivi dice «No alla speculazione».

La sentenza di fallimento spiega che durante la procedura sono emersi dati di realtà che spingevano verso il fallimento: «L’incapacità di trovare i finanziamenti necessari a consentire la continuità, il disavanzo della gestione interinale, il fallimento di precedenti operazioni di aumento di capitale della controllante, le due aste andate deserte malgrado il prezzo base della cava di Riomaggiore fosse, alla prima asta pari a meno della metà della stima dell’ingegner Castelli e nella seconda a circa un terzo». Per questo è stato dichiarato il fallimento.

Al contempo, i giudici osservano che l’esercizio provvisorio è necessario «in funzione della conservazione dei valori aziendali e in vista di una loro migliore allocazione». Così adesso ci saranno nuove aste, ma non prima dell’udienza di verifica dello stato passivo che è stata fissata per il 12 gennaio 2017.













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