Taglio alle indennità dell’Ufficio di presidenza

Al presidente 2.550 euro lordi in più, 510 ai segretari. Risparmio di 109 mila euro Eccher: «Così si torna alla repubblica dei nobili, farà politica solo chi è ricco»



TRENTO. La delibera è passata con 27 voti a favore e 2 contrari (Filippin e Sembenotti): dopo le indennità dei consiglieri, ridotte di 500 euro ( 5.435 euro netti al mese) con la legge approvata dal consiglio regionale, arriva anche il taglio alle indennità dell’Ufficio di presidenza, ultimo capitolo del pacchetto di riduzione dei costi della politica imposto dal decreto Monti, anche se la decurtazione scatterà dalla prossima legislatura. Le indennità aggiuntive saranno di 2.550 euro lordi al mese per il presidente (il 22,67% in più di quella di un consigliere, finora era il 45% in più), di 1020 euro per il vice (il 9% in più, finora era il 22,5%) e di 510 euro per i segretari questori (il 4,54%, prima era l’11,25%). «Il risparmio in termini globali - ha ricordato il presidente Bruno Dorigatti, che si era già autoridotto l’indennità - nella prossima legislatura sarà tutt'altro che irrilevante: si passa da un costo complessivo dell'ufficio di presidenza di 170 mila euro a 61 mila euro. Un calo che si aggiunge ad una serie di tagli porteranno ad una riduzione del 71% rispetto al 2011». «C'è stata - ha concluso - una risposta reale a ciò che ci chiedevano le famiglie e i lavoratori che affrontano la crisi».

Critico Firmani (IDv) per il quale «si fa campagna elettorale con i soldi tolti a chi verrà. Se l’ufficio di presidenza vuole essere coerente deve restituire i soldi che ha preso in più». Per Claudio Eccher (Civica) «l'Ufficio di presidenza è un impegno pesante eppure un segretario questore prenderà solo 500 euro in più. Con questi continui tagli volete tornare alla repubblica dei nobili? Ditelo! Se uno lavora bene deve avere una giusta retribuzione». Secondo Pino Morandini (Pdl) «è ora di smetterla di fare demagogia, chi confronta le nostre spese con quelle delle altre regione scopre che siamo i migliori». Sulla stessa linea Alessandro Savoi (Lega). Nel pomeriggio il dibattito - dopo gli interventi dei consiglieri Renzo Anderle (che ha ricordato come il consiglio abbia avviato questi tagli ben prima della spending review ) e Giuseppe Filippin ( che ha annunciato voto contrario perché l'indennità andrebbe tolta) - è stato in gran parte assorbito dalla "questione" delle quote rosa, aperto dalla consigliera Pd Margherita Cogo (che nel suo intervento è ritornata sulla esigenza di garantire un'equa presenza femminile in Consiglio) e che ha provocato la reazione dei consiglieri Savoi e Nerio Giovanazzi.

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