Taglio ai vitalizi, il blitz Svp «Pronti a bocciare la legge» 

Regione. La Stella alpina presenta 11 emendamenti al disegno di legge che prevede il ricalcolo contributivo Il presidente Paccher li rispedisce al mittente: «Così gli anticipi aumenterebbero». Insorgono Futura e M5S


Francesca Gonzato


Trento. Sui vitalizi il colpo di scena della Svp. Ieri a Trento conferenza dei capigruppo per riprendere la discussione sul disegno di legge n.11, che prevede il ricalcolo contributivo di tutti i vitalizi già erogati. Il testo, concordato a livello nazionale, è stato adottato in tutte le regioni, restano indietro solo Sicilia e Trentino Alto Adige. Invece dell’ulteriore taglio agli assegni (salvo poche eccezioni), la Svp con undici emendamenti ha rovesciato il ragionamento, rimettendo in discussione la riforma del 2014, che aveva in parte sanato lo scandalo dei vitalizi d’oro. «Le proposte della Svp invece di ridurre il costo dei vitalizi, lo aumenterebbe di molto. E non solo. Chi nel 2012 ha già incassato i famosi anticipi da centinaia di migliaia di euro, potrebbe ricevere altro denaro, molto denaro. Sono sbalordito»: è questo il commento di Roberto Paccher (Lega), presidente del consiglio regionale, dopo la riunione durata dalle 11 alle 17.30.

Nonostante siano alleati in Regione, Paccher ha contestato la maggior parte degli emendamenti presentati da Sepp Noggler ed Helmut Tauber (ufficio di presidenza) e dal capogruppo Gert Lanz. I più impattanti sono stati respinti. Paccher non ha dubbi: «Tutta la maggioranza trentina è contro e anche la maggior parte dei capigruppo altoatesini, come Team K, Verdi e M5S. Se la Svp presenterà in aula i propri emendamenti, verranno bocciati». Bordate arrivano anche dall’opposizione trentina. «Ho pensato a una provocazione, ma la riunione è durata oltre sei ore e abbiamo avuto la netta percezione che le misure siano ritagliate su situazioni specifiche», commenta Alex Marini (M5S). E Futura: «Sfidando il comune senso del pudore e la capacità di sopportazione degli elettori, la Svp prova a reintrodurre dalla finestra i privilegi che si vorrebbero far uscire dalla porta. Per non penalizzare una pattuglia di benestanti ex consiglieri, da Durnwalder in giù. E così la maggioranza regionale scricchiola sulla riforma dei vitalizi».

La Svp minimizza. «Vogliamo solo rendere più equo il testo. Siamo favorevoli a passare al contributivo. Vogliamo verificare se dopo la riforma del 2014 va rimodulato qualche punto», dice l’Obmann Philipp Achammer. Ma Noggler ripete quanto annunciato ai colleghi: «Ci sono elementi della legge del 2014 che non sono equi e che andrebbero corretti. Lunedì discuteremo ancora sui nostri emendamenti e poi noi della Svp decideremo se votare la legge o meno». Potreste votare contro? «Sì, o voteremo a favore o contro. Escludo una astensione», così Noggler. E poi il tema della «separazione». «Mi sono confrontato due settimane fa con i capigruppo provinciali. Grazie alla riforma costituzionale del 2001 potremmo portare nel Consiglio di Bolzano la titolarità su indennità e previdenza», annuncia.

Paccher riassume alcune delle proposte della Svp. Ricordiamo che il disegno di legge interviene sui vitalizi erogati, mentre da diversi anni i consiglieri ricadono in un regime previdenziale diverso. «Alcune proposte della Svp sono ragionevoli e potremo accoglierle: ad esempio modulare il contributo di solidarietà sulla base di quanto versato». L’emendamento più esplosivo è quello che riguarda le tabelle sulla aspettativa di vita su cui sono state ricalcolate le attualizzazioni nel 2014. La Svp chiede di ricalcolare tutto sulla base di una nuova tabella del 2014 tarata sul Trentino Alto Adige. «La tabella c’era già nel 2014, non è stato corretto ignorarla. Le differenze non sarebbero significative», dice Noggler. Ma Paccher rivela: «I famosi anticipi aumenterebbero di molto. Chi ha ricevuto il denaro liquido, avrebbe altri versamenti». Qualcuno ieri ha provato a fare qualche calcolo: con una aspettativa di vita regionale del 7-8% più elevata, circa 4,5 anni, gli ex consiglieri con molti mandati alle spalle potrebbero guadagnare fino 70 mila euro in più per anno. «Non è immaginabile che passi una proposta simile», così Paccher.













Scuola & Ricerca

In primo piano