il viaggio

Sul bus senza biglietto? Il tornello ti «denuncia»

Se sposti la stanga “a mano” parte l’allarme: ma c’è anche chi fa finta di niente. Costi elevati e problemi di omologazione, non è questa la soluzione contro i furbi


di Andrea Selva


TRENTO. Forse non sarà il “tornello” a risolvere il problema degli scrocconi sul bus, ma intanto sulla linea17 (nonostante tanti problemi) questa piccola stanga mobile, installata ai due ingressi del bus (anteriore e posteriore) sta riducendo il numero di chi viaggia senza biglietto. Molti cittadini ne invocano un maggior utilizzo, ma a Trentino Trasporti (dove conoscono tutti i limiti di questo sistema, sperimentato anche da altre aziende pubbliche di trasporto) sono convinti che solo maggiori investimenti sui controllori (che in Trentino sono meno della metà rispetto a realtà simili, come ad esempio Mantova) potranno ridurre significativamente l’evasione. Ma ecco come funziona il tornello installato in via sperimentale su un unico bus dei tre che circolano ogni giorno sulla linea 17.

[[(Video) Il tornello sul bus, se sei senza biglietto parte l'allarme]]

La stanghetta è mobile

Uno la osserva e subito pensa che c’è qualcosa che non va, perché anche se non obliteri il biglietto puoi spostare la stanga a mano e salire comunque sul bus. L’unico deterrente è un segnale acustico molto fastidioso che entra in azione quando un passeggero sposta il tornello a mano. Domanda: non era possibile impedire fisicamente l’ingresso sul bus a chi non ha il biglietto, esattamente come avviene sulle piste da sci dove senza lo skipass il tornello rimane bloccato? No, non è possibile perché l’apparecchio deve essere omologato e gli uffici nazionali della Motorizzazione civile considerano un tornello fisso un problema per la sicurezza dei viaggiatori. Ecco perché basta una spinta (con una forza di 3 chili) per aprire il tornello sul bus 17.

Costi eccessivi

Pare impossibile, ma i due apparecchi montati sull’autobus 17 (dopo un periodo di prova sulla linea 15) costano 15 mila euro l’uno. Ma a Trentino Trasporti fanno notare che non si tratta di apparecchiature che vengono prodotte a livello industriale, ma di pezzi di produzione tedesca, utilizzati solo da alcune aziende dei trasporti in via sperimentale. Ad incrementare i costi ci sono le procedure (estenuanti) per l’omologazione. E alla fine il tornello è pure poco affidabile tanto che - ammettono a Trentino Trasporti - è stato fuori uso per lunghi periodi.

Ma comunque funziona

C’è chi è abituato a viaggiare sulla linea 17 (da Trento a Lavis) e si presenta alla porta del bus con il biglietto in mano. C’è chi invece si fa trovare impreparato e di fronte al tornello lo sposta (per non rallentare l’autobus) tornando in un secondo momento a obliterare il biglietto (o l’abbonamento) anche per dimostrare agli altri viaggiatori di non essere un portoghese. Abbiamo viaggiato per un’ora sul bus 17 (da Trento a Lavis e ritorno) e abbiamo visto molti “falsi allarmi” provocati da passeggeri maldestri, ma solamente due autentici (e determinati) evasori del biglietto: due ragazzi stranieri che hanno trovato chiusa la porta posteriore (l’autista ha applicato correttamente le indicazioni aziendali) e quindi sono entrati attraverso l’ingresso anteriore, spingendo il tornello con la mano e ignorando sia gli allarmi acustici che le occhiate degli altri passeggeri. Il tornello sarà adottato anche su altre linee? Su questo Trentino Trasorti deve ancora definire la strategia.

La porta posteriore chiusa

L’esperienza di alcune città europee (che non è detto dia gli stessi risultati in Trentino) indica che il semplice fatto di consentire l’ingresso sul bus attraverso la porta anteriore riduce i viaggiatori abusivi. Il consiglio provinciale ha già dato indicazione di agire in questo modo. E gli autisti di Trentino Trasporti dovranno seguire la nuova norma, almeno quando è possibile. I sindacati mettono le mani avanti e chiedono interventi per la sicurezza: «Per fare questo servono protezioni in plexiglass per l’autista» ha sostenuto ieri la Cgil in un comunicato. In realtà l’azienda ritiene che gli accordi con i lavoratori servano per un passaggio successivo, cioè quello del controllo del biglietto a bordo. Soluzione che potrebbe essere adottata su alcune linee e in alcune fasce orarie.

Persi 500 mila euro

Questo è il mancato incasso che Trentino Trasporti ritiene vada attribito ai viaggiatori senza biglietto. L’evasione - secondo stime della società - è attorno al 5 per cento dei viaggi, una percentuale che è considerata quasi “fisiologica” e cioè inevitabile.

Più controlli

In Trentino ci sono meno controllori rispetto a realtà simili. E secondo l’azienda dei trasporti la via da seguire contro gli evasori è l’aumento delle squadre di controllo, con l’obiettivo di aumentare anche la sicurezza sugli autobus, assieme alle telecamere che saranno introdotte nelle prossime settimane sugli autobus urbani.













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