Subaru, ora i dipendenti alzano la voce

Sciopero da ieri pomeriggio fino a venerdì e domani protesta in piazza Dante. Guarda (Fiom): «No al trasferimento»


di Nicola Filippi


ALA. I dipendenti della Subaru Italia spa di Ala se incontrassero un samurai sulla loro strada lo gonfierebbero come una zampogna, tanto sono arrabbiati e determinati. Nemmeno Goldrake potrebbe spaventarli. Perché loro, la quarantina di amministrativi di Largo Negrelli, vogliono a tutti i costi convincere la casa madre nipponica a retrocedere sulla propria «decisione unilaterale» di trasferire gli uffici da Ala a Milano. Ed ecco il primo passo della loro arrabbiatura: sciopero fino a venerdì sera. Poi si vedrà. Massima fermezza e apertura di un tavolo di trattative: questo in sintesi il succo della lunga assemblea con le rsu e Michele Guarda della Fiom Cgil. La lettera raccomandata con le intenzioni dell’azienda di Tokyo deve ancora arrivare nelle bussole dei lavoratori, ma ieri pomeriggio è stato deciso di lanciare un messaggio molto chiaro: «Non accettiamo il trasferimento, perché non ci sono i termini, non sono stati rispettati i nostri diritti e non condividiamo l’atteggiamento spregiudicato - ci racconta Maurizio Dalfini della rsu - i vertici giapponesi non hanno rispetto dei diritti dei lavoratori, dei tempi e dei modi di una comunicazione così importante. Forse questo atteggiamento può funzionare in Giappone, ma questa filosofia non funziona in Italia». In Italia, ma soprattutto in Trentino, i diritti del lavoratore sono prevalenti anche sul modello giapponese, ammettono altri colleghi di lavoro. «Qui dentro ci sono famiglie che hanno acquistato case e acceso mutui con le banche per vivere ad Ala ed ora si trovano in difficoltà a dover pensare di trasferirsi a Milano, dove la vita costa molto di più - spiegala collega Isabella Franzolini - l’età media è molto alta, attorno ai 40 anni, con tante realtà, molto diverse fra loro. Purtroppo abbiamo anche due famiglie monoreddito, che lavorano entrambi in Subaru, e una di queste ha anche un figlio. Loro sono in crisi, dopo aver ricevuto la notizia». Che è stata accolta da tutti i lavoratori come «un lampo nella notte». Nulla faceva presagire alla volontà di trasferimento degli uffici amministrativi. «Lavoro in questa azienda da dieci anni, è sempre stata in salute, i rapporti interni sono buoni», dice ancora Isabella Franzolini.

Lavoratori arrabbiati, ma non rassegnati. La “scusa” del polo industriale attrattivo di Milano no regge, a detta dei lavoratori e di Michele Guarda della Fiom Cgil: «Scioperiamo subito fino a venerdì pomeriggio, perché chiediamo di congelare la decisione e aprire un tavolo a tre, con azienda e Provincia - spiega - impugneremo anche il trasferimento, davanti al giudice del lavoro, perché è immotivato e illegittimo». Il sindacato non vuole una gara di braccio di ferro, ma cerca di aprire una linea di dialogo con i vertici giapponesi della Subaru. «Se vogliono aprire un ufficio a Milano, andando in affitto, possono farlo ma possono tranquillamente aperto lo stabilimento, di proprietà, qui ad Ala». Oppure... c’è anche qualcuno dei lavoratori che sospetta una imminente vendita immobiliare. Stesso timore espresso anche dall’assessore all’industria della Comunità di valle, Claudio Soini. «Cosa ne sarà dell’edificio, se dovessero andarsene? Hanno fatto milioni di investimenti pochi anni fa. Non ci suona bene che lasciano un capitale immobiliare così importante, per trasferirsi in affitto a Milano». Tanti sospetti e una certezza: lo sciopero dei lavoratori. I quali hanno tappezzato il piazzale esterno di bandiere rosse. E domani si apprestano ad una trasferta in piazza Dante: «Saremo ascoltati dai capigruppo provinciali, poi decideremo quali altre forme di protesta attuare».

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