«Stefano si lamentava Non si sentiva sicuro»

Roncegno, il dolore e l’amarezza della famiglia: «Un pannello era caduto anche la settimana scorsa». Il segno di speranza: «La sua firma sull’albero del Papa»


di Marika Caumo


RONCEGNO. A Roncegno, a casa di Stefano, la grande sofferenza per la scomparsa di un figlio e di un fratello si mescola al dolore e alla rabbia per una tragedia che forse si sarebbe potuta evitare. «Stefano era preoccupato per il lavoro che faceva - dicono il papà Claudio e la sorella Jessica - perché diceva che non c'era la sicurezza che riteneva necessaria nello spostare i pannelli: anche la settimana scorsa uno si era sganciato... Inoltre facevano orari strani: anche l’altra sera dalle 15 alle 24. Stefano si lamentava spesso di queste cose».

Per il papà Stefano era tutto: «Il suo grande orgoglio», dicono in famiglia.

La notizia della tragica scomparsa del giovane operaio è arrivata a Roncegno a sconvolgere una giornata già grigia e piovosa. Sgomento e cordoglio i sentimenti che hanno invaso la comunità termale. Molti nel pomeriggio si sono stretti alla famiglia, recandosi nella bella villetta di via della Ciocca per portare il proprio sostegno. Stefano viveva lì con papà Claudio, separato dalla madre, persona molto conosciuta sia per la sua passione calcistica e il suo impegno nell'Asd Roncegno, sia per la sua attività come sindacalista alle Acciaierie Valsugana di Borgo, dove aveva lavorato prima della pensione. La sorella Jessica, 30 anni, vive nell’appartamento accanto. La società sportiva ha fatto sapere che domani ci sarà un minuto di silenzio ed i giocatori avranno la fascia nera.

Molto conosciuta anche la mamma Vilma Dissegna, per anni infermiera al S.Lorenzo di Borgo. Aveva tantissimi amici Stefano Colleoni, per tutti semplicemente "Colle". Un carattere allegro, una persona simpatica che aveva saputo fare breccia nel cuore di molti. Amava la musica Hard Style ed appena poteva andava a qualche festival in giro per l'Europa, amava i motori e finalmente aveva potuto acquistare una macchina tutta sua. E poi c'era il lavoro, che aveva cominciato alcuni mesi fa e che gli poteva dare quella indipendenza ed autonomia che a vent'anni con i tempi che corrono non è così facile avere. Insomma tutto stava girando per il verso giusto, tutto aveva preso una direzione ben precisa. Non pensi certo che ad appena 22 anni il destino sia così meschino e crudele da girarti le spalle, da spezzare in un attimo i sogni ed i progetti che a quell'età riempiono la mente ed il cuore.

A casa Colleoni ricordano un episodio singolare, che è anche fonte, in qualche modo, di speranza. «Ha presente l'albero trentino portato in Vaticano? Il supporto l'ha fatto l'X-Lam e ha contribuito Stefano. Non solo: all'insaputa di tutti ha firmato il piedistallo. E adesso il suo nome è lì, in piazza San Pietro».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano