Spera: telefoni muti, colpa della Telecom

Claudio Paterno ha vinto: il cavo danneggiato nel suo campo era irregolare



SPERA. Claudio Paterno 1 - Telecom 0. Si torna a parlare del cavo telefonico che nell'estate 2009 ha tenuto banco in quel di Spera, quando molte famiglie rimasero per mesi col telefono muto. A causare il disservizio, lo smottamento del muro a secco dietro casa di Paterno in località Soiane, al confine tra Spera e Scurelle, che franando sulla sottostante stradina comunale di Scurelle ha provocato lo stiramento del cavo interrato da "400 copie" di Telecom.
Da qui lunga querelle tra Telecom e Paterno, con la prima a chiedere l'autorizzazione al secondo di entrare nel fondo (c'era anche una ordinanza del sindaco Ropelato che vietava il transito di mezzi e pedoni per il pericolo di nuovi crolli) e Paterno che chiedeva di spostare il cavo, posizionato lì in modo provvisorio oltre 30 anni fa. Una vicenda che si è conclusa con denunce e avvocati.
Lo scorso 9 febbraio il dibattimento davanti al tribunale ordinario di Trento - Sezione di Borgo, per l'imputazione penale a carico di Paterno con l'accusa «...quale proprietario delle particelle fondiarie, dopo avere cagionato il danneggiamento di un cavo telefonico Telecom passante il proprio fondo, ne impediva di continuo la riparazione, così da turbare la regolarità del servizio di molte utenze telefoniche...». Per questo fatto il Gip aveva determinato una pena a 20 giorni di reclusione, convertibili in 5mila euro di multa, imputazione però contestata da Paterno. Ecco quindi che nei giorni scorsi davanti al giudice hanno sfilato i testimoni, tra cui il comandante dei carabinieri di Strigno (sentiti solo 2 dei 6 testimoni della difesa), e al termine del dibattimento la sentenza ha visto la completa assoluzione di Paterno per l'insussistenza del fatto. Sulla questione nel 2009 si era mosso anche il Comune di Spera per tutelare le utenze interessate dal disservizio, così come le minoranze avevano presentato una mozione chiedendo il risarcimento dei danni subiti dalle stesse.
«Ora, dopo la totale assoluzione di mio figlio, è ancora intenzione dell'amministrazione comunale volersi attivare contro Telecom per il risarcimento?», chiede Remo Paterno. E spiega che non è finita qui in quanto il figlio ha a proprio carico un verbale di contestazione amministrativa che lo obbliga a pagare 500 euro per gli analoghi fatti, segnalati alla Procura della Repubblica dall'Ispettorato regionale del Ministero dello sviluppo economico. Al riguardo Paterno ha presentato appello al giudice di pace di Borgo. Ma ora, che fine farà il cavo, nel frattempo sistemato?
«Stiamo tamponando la parete, per bloccare i sassi. Ma ci sono due ordinanze comunali, oltre alle perizie di un ingegnere e un geologo, confermate dal giudice di pace, che evidenziano la necessità di mettere in totale sicurezza l'area che rischia di franare, ma per fare questo bisogna che Telecom sposti il cavo. Siamo obbligati a chiedere di spostare il cavo, che da anni è presente in modo gratuito e abusivo sul nostro fondo, altrimenti non possiamo ripristinare il tratto», concludono i Paterno.













Scuola & Ricerca

In primo piano