Spaccio all’oratorio, condanna pesante 

Il giudice Serao ha inflitto 6 anni al fornitore di una banda che vendeva eroina, cocaina e hashish tra Cavalese e Pergine



TRENTO. Spacciavano hashish e marijuana vicino al campetto dell’oratorio di Cavalese, ma anche nei pressi dell’ospedale e delle scuole. Ma non disdegnavano neanche traffici di droga più pesante, come la cocaina. Per oltre un anno, una banda formata da italiani e albanesi, aveva imbastito un florido commercio che venne interrotto dai carabinieri di Cavalese e Borgo Valsugana con una maxioperazione che aveva portato all’arresto di sei persone. Nei giorni scorsi in Tribunale, a Trento, quello che riforniva di droga pesante la banda, Platon Avdiu, 30 anni, albanese, è stato condannato dal giudice Giuseppe Serao a sei anni di reclusione. I carabinieri e il pubblico ministero Davide Ognibene, che ha coordinato le indagini, gli contestavano di aver rifornito per ben due volte la banda con due carichi di 100 grammi di cocaina ciascuno. E’ stata stralciata la posizione di due albanesi che vendevano in Trentino, uno residente a Cavalese, Altin Nexhip, e uno residente a Pergine, Mariglen Koni, 26 anni.

La Procura contesta alla baanmda numerosi episodi spaccio a ragazzi e anche a ragazzini minorenni in numerosi luoghi di ritrovo. A Nexhip, ad esempi, vengono contestati ben 124 episodi di cessione di eroina, cocaina e hashish. Secondo gli inquirenti, l’albanese aveva un diffuso mercato di tossicodipendenti. tra questi, riforniva anche quattro minorenni. Non solo, aveva anche convinto un ragazzino ad aiutarlo a spacciare. Le cessioni degli stupefacenti avvenivano anche nei pressi dell’ospedale di Cavalese e vicino alle comunità giovanili, in particolare presso il campetto dell’oratorio di Cavalese. Koni avrebbe venduto anche lui eroina, cocaina e hashish nella zona della Valsugana. A rifornire la banda c’era Avdiu, l’albanese condannato a sei anni perché considerato il rifornitore. A lui la Procura contestava ben due cessioni di droga per un totale di 200 grammi di cocaina. Nella seconda occasione, la droga era destinata al mercato di Trani, in Puglia. Secondo quanto emerso, Avdiu avrebbe consegnato in due distinte occasioni 100 grammi di cocaina a Koni e avrebbe anche organizzato il viaggio di Koni in pullman fino a Trani dove la cocaina doveva essere venduta.

La banda aveva preso di mira soprattutto il mercato dei giovanissimi e non si faceva scrupoli di vendere anche droga pesante ai giovani. Non si faceva neanche scrupolo di reclutare altri giovanissimi per spacciare meglio e per passare inosservati. Un’organizzazione che è stata smantellata grazie a un’operazione in grande stile dei carabinieri di Cavalese che hanno sottoposto a intercettazioni telefoniche i capi della banda di spacciatori e, poi, li hanno seguiti cercando di ricostruire tutta la fitta rete che avevano intessuto.

La banda nel giro di poco più di un anno, dal giugno 2014 al novembre 2015, aveva messo in piedi una rete molto preoccupante, vista la capacità di reclutare i giovanissimi e, quindi, di raggiungere i ragazzi proprio nei luoghi in cui sono soliti ritrovarsi per giocare e per lo svago.













Scuola & Ricerca

In primo piano