Società in bancarotta per i debiti di gioco

Il titolare avrebbe prelevato soldi dal conto della società che gestiva il «Carmen» per pagare le spese al casinò e alle slot



TRENTO. Come amministratore di fatto, aveva la possibilità di accedere naturalmente al conto corrente della società, che gestiva un night club. Solo che i molti prelievi sarebbero stati fatti per pagar debiti di gioco o per coprire spese personali e uno dopo l’altro hanno portato alla contestazione, da parte della procura, del reato di bancarotta fraudolenta. Alla fine la società, la Cristal srl, è stata dichiarata fallita e ora all’uomo - un pugliese di 54 anni - è arrivato l’avviso di conclusione indagini per la bancarotta. Lui si è affidato all’avvocato Michele Busetti che ne sta predisponendo la difesa.

Ma quali sono le accuse che vengono mosse all’uomo che era già stato arrestato tre anni fa dalla squadra mobile con l’accusa di sfruttamento della prostituzione all’interno del night club che gestiva, il Carmen? Allora l’uomo in qualità di amministratore di fatto di una società, ossia la Cristal srl (la cui dichiarazione di fallimento è del giugno del 2012) avrebbe distratto varie somme di denaro per un valore superiore ai 50 mila euro fra l’aprile del 2011 a il marzo dell’anno successivo. Una serie di prelievi che non sarebbero serviti per le esigenze della società e del night club, ma per esigenze decisamente personali. Ossia per coprire - e questo è il capo d’accusa - dei debiti di gioco. Alcuni contratti presso un casinò di Nova Gorica in diverse spedizione appena dentro il confine sloveno. Debiti che l’uomo avrebbe pagato con assegni bancari che si appoggiavano sul conto corrente della società per un totale di 6.400 euro. E poi ci sarebbero stati una serie di pagamenti effettuati con in bancomat per coprire le giocate in due diverse sale gioco di Bolzano, l’Admiral e la Adria gaming per oltre 17 mila euro. Ma non solo. Sempre attingendo non ai suoi conti personali ma a quelli della Cristal, avrebbe fatto dei prelievi fra l’ottobre del 2011 e il gennaio del 2012 per pagare quelle che dalla procura vengono definite «spese personali» per quasi 29 mila euro.

Non solo. Sempre secondo l’accusa l’uomo avrebbe tenuto le scritture contabili della società in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o degli affari. Nel senso che non avrebbe tenuto le scritture contabili obbligatorie ne i libri degli inventari e non avrebbe neppure presentato il bilancio d’esercizio e le dichiarazioni fiscali per il 2011. L’uomo che ora si trova in carcere per un altro fatto, era stato arrestato oltre tre anni fa nell’ambito di un’operazione della mobile sullo sfruttamento della prostituzione all’interno del Carmen. Per indagare all'interno del locale senza che nessuno si insospettisse, la Polizia si è avvalsa di un collega veneto che aveva frequentato il Carmen come un normale cliente. Un'indispensabile attività condotta sotto copertura e supportata dalle ore di filmati raccolti dalle invisibili telecamere piazzate a suo tempo dagli inquirenti all'interno del locale per avere la certezza che le ragazze - in gran parte romene, qualche ucraina, di età compresa tra i 18 e i 28 anni, tutte belle e disinibite - quando si appartavano nei privè andavano ben oltre quanto consentito dalla legge italiana.

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