Slot machine, la «droga» dei trentini

I giocatori in provincia sono 15mila e hanno speso 150 milioni nei primi mesi del 2011


Marzia Bortolameotti


TRENTO. Trentini malati di slot machine. Il 69% del volume di denaro giocato in provincia, è destinato alle macchinette mangia soldi che si trovano ormai ovunque: nelle ricevitorie, bar e negozi. Un dato superiore alla media nazionale che si ferma al 54%. Piace meno il Lotto, solo al 5% della popolazione. E' sempre più preoccupante il fenomeno della dipendenza dal gioco d'azzardo.
Si tratta ormai di un'emergenza sociale, che nel primo trimestre del 2011 ha fatto registrare un nuovo record.
In regione sono stati bruciati 308 milioni di euro, la meta in Trentino. Si parla di 99 euro pro capite al mese, 1.198 la previsione nell'arco di un anno. E i giocatori problematici e patologici (si dividono in due categorie) sono destinati ad aumentare. Si stima che siano 3 mila solo nel Comune di Trento, 15 mila in tutto il Trentino. I dati sono stati illustrati lunedì sera in un'assemblea pubblica dal titolo "A che gioco giochiamo?, organizzata nella sala circoscrizionale di via Perini dal Comune, l'associazione Ama (Auto mutuo aiuto) e dal Sert, il Servizio provinciale per le tossicodipendenze. L'inizio di un percorso che vuole andare nella direzione di aiutare i giocatori e i loro famigliari a superare il problema e guarire dalla malattia. Il primo di altri quattro incontri che si terranno i martedì, dedicati a chi non riesce a fare a meno del gioco d'azzardo. Ai trentini piace giocare soprattutto alle slot machine: lo fa il 69% della popolazione, mentre il 12% gioca al "Gratta e Vinci" e solo il 5% al Lotto, la metà rispetto alla media nazionale. «I trentini preferiscono giocare alle slot perchè le trovano ovunque, soprattutto nei bar che sono i luoghi per eccellenza di incontro e ritrovo, soprattutto di coloro che abitano più lontani dalla città, nelle valli o in periferia» spiega Stefano Bertoldi, Associazione Ama di Trento. L'Associazione di auto mutuo aiuto fa parte del tavolo di lavoro che è stato istituito assieme al Sert per arginare questa piaga sociale. Le persone in cura al Sert di Trento sono in media una quarantina all'anno, ma ultimamente le domande continuano ad aumentare. «Ogni 15 giorni abbiamo almeno due nuove richieste di aiuto» aggiunge Alberto Porta del Servizio per le tossicodipendenze dell'azienda sanitaria provinciale. L'idea di questo percorso è stata stimolata da una mozione presentata dalla consigliera dell'Upt in Comune a Trento, Eleonora Angeli che ieri ha ascoltato le testimonianze di giocatori ed ex giocatori che chiedevano soprattutto di limitare la presenza di slot machine almeno a Trento per non cadere in tentazione. «La provincia di Bolzano ha fatto una legge per limitarne la presenza nei bar e negozi, ma è stata impugnata dalla Corte Costituzionale che l'ha bloccata. Può decidere solo lo Stato quante e quali slot machine mettere. Con la nostra mozione noi proponiamo di premiare i locali che sono in controtendenza e decidono di non installare i videopoker».

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