Slot machine, è boom di richieste

Bertolini: «Non possiamo impedire nuove aperture, metteremo dei limiti»


Giancarlo Rudari


ROVERETO. E' boom di richieste di nuove sale gioco in città. Negli uffici del municipio sono cinque le domande depositate alle quali prima o poi si dovrà dare una risposta. Il Comune non può bloccarle, ma «un limite, un segnale dal punto di vista etico-morale vogliamo darlo» afferma l'assessore al commercio Beppe Bertolini. Come? Mettendo dei vincoli.

In consiglio comunale formazioni politiche di tutti gli schieramenti hanno sollevato il problema del gioco patologico aumentato, in città come nel resto d'Italia, con la diffusione dei videopoker e delle slot machine nei bar e nelle sale gioco, per non parlare dello Stato che incentiva il gioco (e ci guadagna naturalmente) on line. E a far scattare un ulteriore campanello d'allarme è stata la richiesta per l'apertura di una sala giochi proprio nel cuore della città, in piazza Rosmini, negli spazi attualmente occupati da Pizza Pause.

La richiesta è lì, depositata in Comune, in attesa di una risposta. Così come altre quattro società si sono fatte avanti per aprire sale gioco al Millennium Center, in via dell'Abetone, in piazza Leoni-via Saibanti e in via Balista a San Gioco, a pochi metri dalla chiesa.  Insomma la febbre del gioco sembra aver contagiato talmente tanti roveretani da suscitare gli appetiti di chi gestisce sale gioco e slot machine? «Vedendo le richieste depositate in municipio sembra proprio così - risponde l'assessore Bertolini - E noi, con la liberalizzazione delle licenze, non possiamo fare nulla per impedire l'apertura a meno che non vogliamo rischiare ricorsi al Tar con richieste di anni che ci vedrebbero perdenti».

E allora il Comune che fa? Alza bandiera bianca? «Come dicevo, un segnale etico-morale lo dobbiamo dare. In qualche modo vogliamo limitare, e questo mi sembra lo chiedano tutte le forze politiche, la diffusione del gioco patologico - spiega l'assessore - che significa gravi conseguenze anche in termini di costi a carico della società. Per non parlare poi di ciò che significa perdere il lavoro o gli affetti familiari a causa delle macchinette...»

Così Bertolini ha incaricato gli uffici comunali («che hanno svolto un eccellente lavoro») per individuare una possibile soluzione. Magari intervenendo sulla disciplina, prevista dal piano regolatore, dell'insediamento dei pubblici esercizi. E allora Rovereto potrebbe stabilire (come hanno fatto altri Comuni) distanze minime (che potrebbero essere dai 200 ai 1000 metri) dalle sale gioco ai "luoghi sensibili" come scuole, chiese, ospedali e strutture sanitarie, case di riposo, biblioteche, luoghi destinati ad attività sportive in genere, caserme. Inoltre un ulteriore vincolo potrebbe essere rappresentato dal divieto di convivenza delle sale giochi con edifici ove è anche prevista la destinazione abitativa. La questione verrà portata al più presto in consiglio.













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