Slot, Confcommercio contro Provincia

L’associazione di categoria boccia le norme. Il direttore: «Ma siamo disposti al confronto con le amministrazioni»


di Robert Tosin


TRENTO. E ora scende in campo anche Confcommercio. L’associazione di categoria ha presentato un ricorso contro Provincia e Comune di Moena per il regolamento anti slot machine. Ora, che il ricorso lo presentasse - come in effetti è avvenuto successo - dalle società di gestione sta nella logica delle cose, meno scontato era che scendesse in campo anche l’associazione, visto il lato delicatamente sociale della questione delle videolottery e sorelle. Il presidente Gianni Bort spiega serenamente la questione: «Noi tuteliamo i nostri associati e questo abbiamo fatto anche in questa occasione». E poi ci pensa il direttore di Confcommercio, Giovanni Profumo, a spiegare meglio gli intendimenti dell’associazione. «Il ricorso che abbiamo presentato è un atto dovuto in difesa dei nostri associati, ma non è assolutamente una presa di posizione a favore delle ludopatie, ci mancherebbe altro. La presa di posizione non ha quindi nulla a che vedere con quell’aspetto del dibattito in corso. Si tratta, più semplicemente, di rispetto delle regole. Anche perché noi ci siamo sempre dimostrati disponibili ad affrontare l’argomento e trovare le migliori soluzioni. Cosa, per esempio, che abbiamo fatto a Trento. A Moena non è andata così, quindi abbiamo dovuto tutelare gli interessi dei nostri associati con i metodi concessi della legge, e cioè con il ricorso».

Quello che Confesercenti contesta, dunque, è la libertà con cui in questo caso il Comune di Moena è andato a regolamentare senza un preventivo confronto con la categoria, un confronto che avrebbe dovuto invece contemperare gli obiettivi dell’amministrazione pubblica con quelli (legittimi, nel momento in cui rispettano la legge) degli esercenti o dei gestori delle slot machine. La situazione è in effetti piuttosto delicata. Da una parte ci sono gli evidenti problemi sociali causati dal proliferare di locali che promettono ricchezza ma in realtà portano sul lastrico e alla disperazione intere famiglie, dall’altra ci sono le norme del libero mercato che hanno le maglie molto larghe. Anche per questo il legislatore si trova in obiettiva difficoltà nel mantenere un equilibrio accettabile da entrambe le parti. Il compromesso in alcuni Comuni è stato trovato - o almeno così pare - creando dei “cordoni sanitari” attorno ai luoghi più sensibili della città, come possono essere i punti aggregativi, le scuole i centri di terapia. Impedendo l’apertura di sale gioco nelle immediate vicinanze dovrebbe ridurre il rischio di ludopatie tra i soggetti più sensibili. «Noi non siamo per niente contrari a queste iniziative - precisa il direttore di Confcommercio - ma è indispensabile che quando un’amministrazione si trova ad affrontare la questione ci coinvolga. Anche perché ogni situazione è diversa». E proprio per questo motivo, Confcommercio non si sbilancia sulle prossime iniziative. Il ricorso di Moena è mirato a quella specifica situazione, quindi non è l’avvio di una battaglia indiscriminata. «Assolutamente no, ogni caso fa storia a sé. E abbiamo dimostrato, a Trento, che non ci sottraiamo al confronto con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise». Diversa, invece, è la strategia dei gestori delle slot machine che presentano ricorso contro tutti i regolamenti di questo tipo perché, è la tesi, sono limitativi della libera concorrenza e d’impresa.

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