Slot, 18 milioni di incassi in più nel 2018 

Le previsioni della giunta: si passa da 32 a 50 milioni. Tra le richieste del centrodestra il ripristino delle guardie mediche



TRENTO. È di due giorni fa il dato dei Monopoli di Stato: nel 2016 in Trentino sono finiti nelle slot machine qualcosa come 388 milioni di euro, 721 euro a testa. Una crescita, quella del gioco d’azzardo, che sembra non avere fine, se è vero che alla voce «imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse» del bilancio 2018 della Provincia, le entrate previste sono di 50,7 milioni di euro, 18 milioni in più rispetto ai 32 milioni del 2017. Un fenomeno su cui punta i riflettori il Movimento 5 Stelle. A Roma il deputato Riccardo Fraccaro denuncia un emendamento Pd approvato in commissione che proroga di 1 anno la possibilità di rilasciare nulla osta per nuove slot machine. In consiglio provinciale - dove ieri è cominciata la discussione generale sulla manovra finanziaria - Filippo Degasperi ha presentato un ordine del giorno che chiede un tavolo di confronto con i Comuni sugli orari delle sale slot, sull’esempio del Comune di Torino che ha stabilito precise fasce orarie per l’utilizzo (14-18 e 20-24) e si è visto dare ragione dal Consiglio di Stato di fronte al ricorso dei gestori delle macchinette per le scommesse.

Ieri in aula è stata la giornata degli interventi e delle richieste delle opposizioni, che hanno messo sul tavolo 15 mila emendamenti e hanno contestato al governatore Ugo Rossi «una manovra elettorale dove cresce la spesa corrente» («Mai così alta come nel 2017 e 2018, 80 milioni di euro in più dal luglio scorso ad oggi e con il prossimo anno una previsione di aumento di 130 milioni», ha attaccato Fugatti). Scuola, guardie mediche, giovani e edilizia i temi al centro dell’attenzione. Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha presentato un emendamento per il recupero dei giovani con problematicità familiari o di tossicodipendenza. Un’altra richiesta, presentata insieme a Maurizio Fugatti (Lega Nord) e Claudio Cia (Agire), è quella di istituire un fondo per incentivare il rientro in Trentino dei giovani trentini emigrati all’estero, «diplomati, laureati e con un lavoro», precisa Fugatti. Nel pacchetto di emendamenti di merito del centrodestra c’è la richiesta di rendere gratuiti gli asili nido come risposta al calo della natalità; l’estensione del Progettone ai lavoratori autonomi; l’abolizione degli ambiti previsti dalla Buona Scuola (che la finanziaria congela anche per il 2018); l’obbligo di dotare di arma tutti i corpi della polizia locale, incentivi perché operino nelle ore notturne e risorse ai Comuni per dotarsi di guardie private; premi ai dirigenti provinciali impegnati a ridurre la burocrazia; esenzione Imis per gli immobili produttivi chiusi da oltre cinque anni; estensione da due a tre settimane del periodo di riabilitazione («Come per i veneti», rileva Fugatti); finanziamento del collegamento San Martino-Passo Rolle a bilancio (i 20 milioni sono attualmente sul budget di Trentino Sviluppo). Asse anche con Walter Kaswalder sul fronte delle guardie mediche: «Pronto a ritirare i miei mille emendamenti se saranno ripristinate in val di Cembra, Tesino e val di Ledro», avverte il consigliere ex Patt. Ma l’assessore Luca Zeni lo stoppa: «Non c’è da trattare, teniamo monitorata la situazione ma al momento non abbiamo riscontri di aumenti nei Pronto soccorso».

Rodolfo Borga (Civica) lancia frecciate: «C’è più opposizione contro la giunta all’interno della maggioranza che da parte nostra». Il consigliere propone di eliminare la riduzione sull’addizionale Irpef per i redditi sotto i 20.000 euro «che vale la cifra ridicola di due caffè all’anno», destinando le risorse risparmiate ad aumentare i fondi per l’Azione sociale 19 (2 milioni all’anno), aumentare di 4 milioni le risorse per l’assegno unico, di 3 milioni quelle per lo Spazio Argento per gli anziani, di 400.000 euro per le associazioni sportive che sostengono i settori giovanili e i disabili, infine un fondo di 25+11 milioni per i contributi per le ristrutturazioni. Per Filippo Degasperi (M5S) la manovra contiene «troppa propaganda, mentre le risorse sono sempre le stesse o calano». Tra gli emendamenti presentati: lo stop alla proroga di 5 anni dell’aspettativa per i direttori della Provincia che vanno a lavorare nel privato («Si rischiano gravi conflitti d’interesse»), stabilizzazione per gli insegnanti della formazione professionale («La selezione aperta anche a chi non ha mai insegnato è una presa in giro, si faccia come nel 2011»), stesso contratto per i dipendenti delle Apsp, stop infine alla rete dei veterinari aziendali («Stralciata l’anno scorso con un mio emendamento - protesta il consigliere - ora rientra dalla finestra»).

(ch.be.)













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