Skipass, mese nero: crollo delle presenze

Il maltempo tiene lontani gli sciatori: in Bondone bruciato il +10% di dicembre. Ma anche Fiemme e Campiglio piangono


di Luca Pianesi


TRENTO. Piste deserte, skipass venduti col contagocce, i soli stranieri a tenere a galla il settore e dati in negativo in praticamente tutti i comprensori sciistici. E’ stato un weekend nero, quello che s’è appena concluso, per il turismo dello sci. Nero come le nuvole che ovunque hanno scaricato pioggia e neve in quantità elevatissime e che sembrano non dare tregua alle montagne trentine. «E’ tutto il mese di gennaio che è stato molto difficile - spiega il presidente di Trento Funivie Fulvio Rigotti - in Bondone possiamo dire che se a dicembre avevamo registrato un più 10% di entrate e guadagni, lo scorso mese ci siamo mangiati via tutto il margine di crescita. E gli ultimi giorni sono stati davvero molto negativi, basti paragonare i primi ingressi (ovvero il numero di persone che hanno fisicamente attraversato i cancelletti delle piste e si sono lanciati in almeno una sciata)di questo sabato con quello di una settimana fa. Ebbene l’1 febbraio abbiamo avuto 594 primi ingressi mentre il 25 gennaio, che era stata una giornata record, avevamo toccato quota 2.600 accessi».

«A Campiglio di sciatori, questo weekend, praticamente non se ne sono visti - prosegue Francesco Bosco direttore di Funivie Campiglio - gli unici temerari erano stranieri. Ieri, per esempio, abbiamo emesso 1.625 skipass mentre normalmente i lunedì, che sono i giorni più fiacchi, ne stacchiamo in media 2.500. Domenica, che è il giorno di punta, arriviamo a 10.000 skipass, mentre due giorni fa, il 2, non siamo andati oltre le 2.000 vendite. Col mal tempo, infatti, vengono a mancare i visitatori locali che dopo aver guardato fuori dalla finestra di casa dicono “oggi è brutto e anche in montagna ci sono nuvole basse” e preferiscono rimanere in città e in valle. Ci tengono a galla i turisti stranieri che prenotano le settimane bianche, sono già sul posto, e anche se trovano brutto tempo sciano. Sono qui per questo e gli alberghi sono praticamente tutti pieni».

Anche a Brentonico la situazione è la stessa. Nevicate eccessive, alternate a una fitta pioggerella, rendono le piste molto bagnate e poco sicure. «E poi c’è la nebbia - racconta il direttore delle funivie Brentonico, Plose, San Valentino Ski Area, Graziano Risi - che rende la visibilità pessima e induce i nostri turisti a rinunciare alle sciate. Per quanto ci riguarda nelle domeniche buone andiamo oltre i 50.000 passaggi giornalieri mentre l’altro ieri non abbiamo superato i 5.000 passaggi». «In Val di Fiemme questo tempo sta causando anche un forte rischio valanghe - aggiunge Bruno Felicetti direttore dell’Apt di Fiemme - e infatti questo weekend abbiamo dovuto chiudere diverse piste, in particolare nelle zone del Latemar e di Predazzo. I turisti stranieri ci sono però con le piste chiuse non possono sciare e sono costretti a consolarsi con le saune e i punti wellness degli hotel». «La situazione è molto difficile anche da noi - completa il quadro il direttore dell’Apt della Val di Fassa, Andrea Weiss - e gli albergatori sono preoccupati per l’andamento generale di quest’inverno. In questo momento le presenze sugli impianti a fune sono in calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma il trend globale di ingressi e guadagni segna un -4,5% rispetto al 2013».













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