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Sicurezza, Stanchina vuole una svolta

L’assessore (Patt) :«Sì, Trento non è più quella di 5 anni fa ma non sono sicuro che tutti in giunta se ne siano accorti»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. «La città è cambiata. Giusto garantire i diritti ma ora occorre tornare a far rispettare anche i doveri». Concetto che arriva direttamente da un componente della giunta comunale, Roberto Stanchina, assesssore alle attività economiche, del Patt. Stanchina interviene nel bel mezzo del dibattito sul restituire alla città piazze e vie che tutto infondono fuorchè una sensazione di sicurezza. L'assessore ragiona con in dirittura d'arrivo il divieto di somministrare bevande alcoliche in piazza Santa Maria. Ma anche all'indomani di risse e scazzottate, anche in pieno centro, che non appartenevano alla storia di Trento. E si augura che le cose possano migliorare grazie all’introduzione del Daspo tra i poteri del sindaco.

Stanchina la città è cambiata. La politica, tutta, ma parliamo intanto dell' amministrazione di cui lei fa parte, è al passo con i tempi?

«Non sono sicuro che tutti i componenti della giunta comunale si siano accorti che Trento non è la stessa non dico di 20 anni fa, ma nemmeno di 5 anni fa. Ci deve essere, e su questo siamo tutti d'accordo, la garanzia dei diritti di chiunque ma deve andare di pari passo con il rispetto dei doveri. Le faccio un esempio...».

Prego.

«Qualche anno fa occorreva dire a una persona che, comperate un tot di lattine di birre, una volta bevute diciamo in piazza, magari davanti ad una Chiesa, non le deve lasciare per terra, sparpagliate? E anche che, se dopo le abbondanti libagioni, a questa persona scappa un bisognino non lo deve fare sul portone della Chiesa?»

Invece succede.

«Ecco, a Trento, massì in piazza Santa Maria, ma non solo, siamo a questi livelli. Accadono cose che un tempo, con la normale educazione, non si ponevano. Ma ecco che se una persona va in un bar e consuma tranquillamente il proprio drink non ha problemi, non è toccato da nessun divieto. E lo stesso vale per i bar. Io mi auguro che un po’di cose in più si possano fare con il Daspo».

Maggiori poteri, anche di ordine pubblico, ai sindaci.

«Quando il Daspo sarà convertito definitivamente in legge si potranno mettere dei divieti in più, anche temporanei. Senza esagerare, ovvio, non è che vivendo con un controllo militarizzato la qualità della vita migliori, ma servono regole».

Lei da parte sua ha ricevuto dal sindaco la mission di organizzare un calendario che assicuri vivibilità a piazze e vie, ora lasciate un po’ sole.

«Fatto. Ho un calendario di manifestazioni super pieno, anzi siamo all’overbooking. E a chi viene da noi, e lo hanno fatto in molti, con una proposta per organizzare qualche cosa, dobbiamo stendere il tappeto rosso. E facilitargli le cose: con meno lacci e lacciuoli. Occupazioni suolo ecc. ecc. Anche di questo la politica deve mettersi al passo con i tempi, dobbiamo garantire risposte veloci e al passo con i tempi».

Un esempio di piazza occupata in modo nuovo?

«Beh, a giugno il Festival dell’Economia avrà una sua sede in piazza Santa Maria».

La gente chiede sicurezza. Ci sono anche più vigili, i famosi 12 in strada, con compiti di contrasto al degrado.

«Bene, lo si è detto prima. Ma a me preme anche il rapporto con il cittadino, la città controllata e vissuta in modo integrato. E questo lo vedo anche dal tavolo con i commercianti: stiamo facendo delle belle cose, tra amministrazioni e privati, con ognuno chiamato a fare la propria parte».













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