Sicurezza, Dellai punta alla delega

Il governatore: «Servono strumenti più forti per governare nuovi fenomeni»


Jacopo Tomasi


TRENTO. Il futuro dell'autonomia passa attraverso competenze sulla sicurezza. Una boutade? Niente affatto. Il presidente Lorenzo Dellai ne è convinto. «Dieci anni fa sembravano eretiche le competenze su scuola e Università, invece ora sono realtà consolidate. Con la stessa visione bisogna guardare al futuro e la sicurezza è un campo sul quale sarà inevitabile intervenire».

La presentazione dell'opera curata da Mauro Marcantoni, Gianfranco Postal e Roberto Toniatti sui quarant'anni dell'autonomia trentina è stata l'occasione per rilanciare il futuro dell'autonomia stessa. Tutti hanno ribadito l'importanza di avere un'autonomia «viva», «vitale», «propositiva», «dinamica», «aperta».

Il presidente Lorenzo Dellai ha sfruttato gli assist. Anziché autocompiacersi per il Patto di Milano o per la fresca delega in materia di Università, il governatore ha rilanciato mettendo sul tavolo le «mete ambiziose per il futuro dell'autonomia». Oltre all'autonomia fiscale nella gestione delle entrate - ribadita anche ieri dal presidente e nei giorni scorsi dall'assessore Olivi - Dellai ha messo in cima alla lista le competenze in materia di immigrazione e sicurezza. «Serviranno - ha detto - strumenti più forti per governare nuovi processi e nuovi fenomeni».

«In prospettiva futura - ha aggiunto più tardi - è inevitabile che le Province autonome abbiano più responsabilità nel campo della sicurezza. Non è una questione di delega, ma certo se ne dovrà ragionare nell'impostazione del Terzo Statuto. Si tratta di ragionamenti a lungo periodo, ma che andranno affrontati».

Come è stato sottolineato più volte ieri, la fortuna del Trentino è stata quella di aver avuto una classe dirigente illuminata che ha saputo guardare al futuro, anticipare gli eventi. L'obiettivo è di non perdere quest'abitudine. «Serve una visione», ripete Dellai. «Dieci anni fa sembravano un'eresia le deleghe in materia di scuola e Università e ora sono realtà consolidate. Tra dieci anni, magari, ciò che adesso sembra un'eresia (la delega in materia di sicurezza, ndr) potrebbe essere accettata da tutti».

Il governatore, commentando l'opera sui quarant'anni dell'autonomia trentina, ha sottolineato il ruolo fondamentali dei dirigenti della Provincia. «Non ci sono "yes man" - ha detto - ma collaboratori con una grande intelligenza creativa. Ora, è importante avere continuità in futuro e servirà un grande sforzo di formazione della classe dirigente del futuro». Proprio come aveva auspicato Massimo Egidi, presidente della Fondazione Bruno Kessler, al Trentino qualche giorno fa. «Mi ha fatto piacere che l'idea sollevata da Egidi vada nella stessa direzione. In quest'ottica credo sia importante mettere in rete le forze presenti sul territorio, dalla Tsm alla Fbk passando per l'Università, creando un pool di competenze e risorse che confluiscano nella formazione della classe dirigente del futuro». L'autonomia in Trentino vuole avere ancora una spinta propulsiva.

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