amore e burocrazia

Si sposano nonostante la religione

Il giudice decide sull’unione fra un trentino e una marocchina



TRENTO. A volte sposarsi può essere una corsa ad ostacoli dove deve intervenire persino un giudice per dire che sì, queste nozze si devono fare. Ne sanno qualcosa due coppie (ma non sarebbero casi rari) che hanno dovuto chiedere l’intercessione di un giudice trentino per poter realizzare il loro sogno d’amore. In un caso la giustizia si è già mossa, nel secondo (seguito dall’avvocato Nicola Degaudenz) si è in attesa della decisione.

Due coppie che hanno in comune solo un aspetto. Ossia che l’aspirante moglie è marocchina e che il suo promesso è trentino. Una situazione che per il Paese di origine di lei significa che la donna è musulmana, lui no. E quindi in entrambi i casi a mancare è il rilascio del nullaosta da parte del Consolato competente che è conseguente al fatto che il futuro sposo non si è convertito all'Islam.

Una situazione difficile che di fatto impedisce (impediva in un caso visto che il via libera è arrivato tramite la decisione del giudice) alle coppie di contrarre matrimonio. Perché agli uffici comunali non riescono a dare il nulla osta previsto come condizione dal codice civile.

Nel caso già definito, il giudice sottolinea come «è contrario all'ordine pubblico la previsione di un impedimento al matrimonio conseguente alle convinzioni religiose di uno degli sposi, posto che tale previsione contrasta con i principi costituzionali della libertà di religione, della libera determinazione di ciascun soggetto, della piena esplicazione della propria personalità anche attraverso la formazione di un nucleo familiare». E quindi ecco il via libera alla nozze miste.













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