“Sfrattata” dalle slot machine la scuola trasloca in centro

Il Centro studi Manzoni si è trasferito da via Follone alla centralissima piazza Damiano Chiesa La direttrice Martini: è stata una scelta a tutela dei nostri studenti e delle loro famiglie


di Giuliano Lott


ROVERETO. Lo aveva annunciato la dirigente Enrica Martini e i fatti dicono che il Centro studi Manzoni, tenendo fede ai propri propositi, ha traslocato lontano dalla sala giochi Admiral, che dalla scorsa primavera aveva aperto proprio in via Follone. Ora la scuola privata si trova in piazza Damiano Chiesa (anche detta piazza San Carlo), in un palazzo di pregio. «Abbiamo fatto ciò che dovevamo per tutelare i nostri studenti e le loro famiglie» commenta a caldo la dirigente. La nuova sistemazione offre anche qualche vantaggio. Eccetto il parcheggio (quello al Follone era di gran lunga più comodo per insegnanti e impiegati), la nuova sede ha tutto. Aule, innanzitutto. Una decina, più che sufficienti per ospitare i circa 40 studenti delle varie scuole superiori.

Gli uffici sono già insediati, certo che qualcosa mancherà nei primi giorni, è inevitabile, ma le ampie sale del palazzo nobiliare in cui si è trasferita la scuola piacciono molto ai dipendenti, ed è verosimile che incontrino anche il gradimento dei ragazzi.

Il problema per il Centro sudi Manzoni, che ha un’altra sede a Trento, è nato con la proliferazione di sale da gioco con slot machines. Sale “per adulti”, cioè vietate ai minori, con un rigido controllo all’ingresso. Ma ciò non basta per tutelare le famiglie, per le quali sapere il figlio in classe e immaginarselo subito dopo a dilapidare fortune in una slot è poco tranquillizzante. L’allarme sociale sulla diffusione dell’”azzardo legale” ha un suo fondamento nelle centinaia di persone della zona già in cura all’Azienda sanitaria per dipendenza da gioco. Spesso si tratta di anziani e disoccupati, gente che per rischiare il colpo di fortuna è disposta a infilare nella feritoia interi stipendi segmentati in monetine. Perdendoli con sconcertante regolarità. Da questi rischi di dipendenza, calcolata ormai alla stregua di una malattia, il Centro studi Manzoni ha deciso di prendere le distanze. Fisiche, oltre che metaforiche

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano