Settimana dell’accoglienza per costruire comunità

Passerini del Cnca: «Andiamo verso una società di anziani e di single Le politiche sociali non sono una spesa ma un investimento sul futuro»


di Paolo Piffer


TRENTO. Nel giro di poco più di trent’anni, nel 2050, il Trentino avrà una popolazione sempre più anziana. Per ogni ragazzo ci saranno due se non tre nonni e i single rappresenteranno la “cellula” familiare per eccellenza mentre la presenza straniera registrerà un incremento costante (per quanto, oggi come oggi, sia in lieve calo). Nero su bianco sono le proiezioni demografiche del servizio statistica della Provincia. Che fanno commentare a Vincenzo Passerini, presidente regionale del Cnca, il Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, che “siamo in presenza di grandi cambiamenti e ad una frammentazione della società che comporta la necessità di costruire comunità”.

L’occasione per riflettere di questi temi è stata la presentazione, alla Caritro di via Calepina, della nuova edizione della “Settimana dell’accoglienza” in calendario ad ottobre e promossa dal Cnca che, in Trentino Alto Adige, raccoglie 11 tra associazioni e cooperative sociali attive nei settori del disagio e dell’emarginazione (in tutta Italia sono circa 250). “Dai frammenti alla comunità” è lo slogan scelto quest’anno che accompagnerà all’appuntamento autunnale attraverso una serie di incontri e approfondimenti formativi aperti anche alla cittadinanza oltre che agli operatori sociali, i primi dei quali sono in programma già tra aprile e giugno.

L’attenzione verrà posta sull’invecchiamento della popolazione, la fragilità delle famiglie, la crisi economica e i nuovi poveri, l’immigrazione e l’integrazione.

Passerini, riflettendo sul presente in prospettiva futura, ha sottolineato che “stiamo assistendo a fenomeni mai conosciuti in queste dimensioni che hanno bisogno di uno sguardo d’insieme non emergenziale. In questa realtà il welfare e le politiche sociali non vanno percepite solo come spesa sostenuta dall’ente pubblico ma, in prospettiva, in quanto sostegno alla ricostruzione di una comunità perduta, sforzo di ricucitura per ricostituire quel senso di comunità che si sta sfaldando”.

Nora Lonardi, ricercatrice dello Studio Res, ha aggiunto che “maggiori investimenti pubblici nel campo del welfare possono rappresentare una scelta per contribuire ad uscire dalla crisi” mentre Michelangelo Marchesi (Progetto 92) ha puntualizzato che “attualmente viene sottovalutato l’effetto che le dinamiche demografiche hanno sulle condizioni sociali ed economiche del Paese e sulle politiche di welfare”.

“C’è bisogno di relazioni, di luoghi di incontro e aggregazione, di ascolto e sostegno, di sicurezza economica e abitativa”, ha detto Miriam Vanzetta dell’Ama (associazione auto mutuo aiuto).

Riguardo al fenomeno migratorio, Massimo Komatz di Villa S.Ignazio ha sostenuto che “servirebbero canali umanitari per chi fugge dalle guerre e un comune sistema d’asilo europeo che scardini le contraddizioni del non-sistema attuale ma anche una legislazione europea severa contro le lobby ed un boicottaggio civile contro banche, multinazionali e industrie delle armi che stanno guadagnando fortune in Medio oriente e in Africa”.

Sulla crisi economica, Paolo Tonelli della cooperativa “Arcobaleno” ha posto una domanda: “Perché non prevedere che il prossimo decennio sia dedicato alla “manutenzione sociale”, ad un lavoro di cucitura umana e di costruzione di visione?”.

Per info: www.cnca.it/ trentino-alto-adige ; segreteria.taa@cnca.it; cell.388 8029445.













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