Serodoli, il dibattito sale in quota

La Sat domani invita a discutere il futuro dell’area con tutti i soggetti: politici, imprese, ambientalisti


di Sandra Mattei


GIUDICARIE. La difesa di Serodoli, l'area che sarà interessata all'ampliamento delle piste da sci se verrà adottato definitivamente il Piano territoriale della Comunità di Valle, segna un nuovo capitolo. Dopo la protesta in quota del 15 marzo scorso, ora la Sat lancia “il dibattito in quota”, accogliendo la proposta partita dalle sezioni locali, da quella di Pinzolo a Carè Alto, da quella di Tione a quella di Storo. L'iniziativa si terrà domani, ed ha l'obiettivo di invitare quanti sono coinvolti nella decisione di ampliare l'area sciistica, per verificare in loco quale impatto potrebbero avere nuovi impianti e piste da sci su un'area che è ritenuta tra le più attrattive dal punto di vista paesaggistico e tra le più incontaminate delle Dolomiti di Brenta. Spiega il presidente della Sat Claudio Bassetti, di aver inviato in questi giorni inviti a tutte le componenti istituzionali e della società civile, dagli amministratori comunali, alla Comunità di Valle, alla Provincia, dai rappresentanti del Parco Adamello Brenta a quelli delle Funivie di Pinzolo e di Campiglio, dalle guide alpine agli albergatori e commercianti. «Un dibattito aperto alla popolazione e un'occasione di confronto tra tutte le componenti coinvolte – spiega Bassetti – perché chi deve decidere abbia consapevolezza di quali potrebbero essere le conseguenze di nuovi impianti».

La posizione della Sat è nota: sulla ipotesi di costruire nuovi impianti, prospettati dallo studio di Agenda 21 (società incaricata dalla Comunità di Valle per valutare l'impatto ambientale, che ha elaborato due studi ed ha concluso che l'ampliamento di piste a Serodoli non è sufficiente e dovrà essere preso in considerazione anche quello verso la Val di Sole, intervenendo sugli impianti perlopiù obsoleti di Marilleva Folgarida) è fortemente contraria per due ragioni principali. Le ricorda Claudio Bassetti: «Il patrimonio paesaggistico è un pilastro del Piano urbanistico provinciale. La sua salvaguardia, alla base dell'azione del governo provinciale, non può essere messa in discussione dalle comunità locali, come invece ora prevede la delega alle Comunità di Valle sull'ampliamento di piste sciabili. Il patrimonio ambientale, una volta distrutto è perso e non possiamo sacrificare sull'altare dello sci invernale un'area come Serodoli, apprezzata dagli escursionisti in estate e anche da chi, in inverno, non scia. L'errore è pensare ad uno sviluppo basato solo sul turismo dello sci, mentre il numero i sciatori da tempo non cresce, ma aumenta la richiesta di luoghi incontaminati».

Bassetti, affiancato ieri da Giorgio Tamanini, componente della giunta della Sat, sottolinea che la realizzazione delle piste da sci nell'area di Nambino porterà a danni ambientali irreversibili. Lo afferma la stessa Agenda 21, quando osserva che la morfologia dell'area è difficile da adattare agli standard che le piste richiedono. «Succederà – commenta il presidente – come per il Grosté, che è diventato un'autostrada, rovinando la conformazione geologica del paesaggio d'alta quota. E questo, nonostante il Parco abbia dato parere negativo. Ma purtroppo, il Piano territoriale può interferire con quello del Parco».













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