storie di donne

Selene Signorini, l’artigiana-artista che dal vetro realizza opere

La Val di Fiemme come Murano, ma forse il vetro d’alta quota può avere un fascino diverso. A Carbonare di Capriana un laboratorio-museo


Daniele Peretti


CARBONARE DI CAPRIANA. La Val di Fiemme come Murano, ma forse il vetro d’alta quota può avere un fascino diverso. Tra i sessanta abitanti della frazione di Capriana c’è lei, Selene Signorini che lavora il vetro per professione. Dopo il diploma all’istituto d’arte con indirizzo oreficeria la svolta, un biennio a Bolzano alla scuola del vetro. Per la verità mai sentita.

«È stata aperta per una dozzina d’anni e grazie ai fondi europei era a frequentazione gratuita. - racconta Selene - Ma finiti i fondi la scuola è stata chiusa ed è stato un peccato perché ha formato molti ragazzi». Selene prosegue il suo percorso all’Accademia di Venezia dove si specializza nella lavorazione del vetro col cannello.

«Mi è sempre piaciuto creare dei gioielli - spiega - e adesso li realizzo col vetro, abbinandoli al metallo. Mi piacciono i particolari, i piccoli oggetti».

Gioielli in vetro belli, ma fragili?

Molto meno rispetto a quanto si possa comunemente pensare. Il vetro temperato ne è un esempio e anche se le mie realizzazioni non sono di quel materiale, sono molto resistenti lo stesso.

Che tipo di realizzazioni fa?

Due tipi. O sono oggetti d’occasione oppure più effimeri, meno impegnativi.

Per la vendita?

Oltre al passaparola, Facebook e Instagram e poi tramite l’associazione Artis (Artigiani Artisti in Strada) selezioniamo i mercatini ai quali partecipare e trovandomi insieme ad artisti i miei lavori non vengono svalutati.

Si considera più artigiana o artista?

Al momento mi considero un’artigiana che sta affinando la propria tecnica per diventare artista. Il passo non è scontato e nemmeno facile.

Un momento difficile?

Quando sospendo il lavoro per un attimo e al mio ritorno il pezzo si è rotto da solo.

Vorrebbe dire che il vetro ha un’anima?

Sicuro che ce l’ha. E’ un oggetto libero che se trattato con rispetto e delicatezza si piega facilmente. Ma se lo tratti nervosamente si ribella e si rompe.

Che tipo di vetro utilizza per le sue realizzazioni?

Unicamente vetro di Murano che è unico al mondo, crea degli effetti di luce unici ed è molto morbido. Ci sono tanti tipi di vetro ed ognuno ha una sua tecnica di lavorazione. Per questo vado spesso in fornace a Murano dove si realizzano grandi opere.

Ma lei ha una passione per il piccolo.

Vero e mi chiamano proprio per realizzare i particolari, ma vorrei anche cimentarmi in una grande opera un giorno.

Una soddisfazione?

Direi quando Bruno Amadi, numero uno della realizzazione degli insetti in vetro di Murano dopo aver osservato i miei, ha detto che non erano per nulla male.

A Carbonare di Capriana c’è il suo laboratorio.

Si ho attrezzato una parte della casa dove oltre alla zona produzione ho anche un’area mostra che mi fa venire in mente quando le insegnanti dell’istituto d’arte che avevo avuto si sono ricordate di me perché hanno deciso di realizzare una collana personalizzata ad una collega che andava in pensione. Pensi a quanti studenti avranno avuto nella loro carriera ed hanno pensato proprio a me.

Il suo cliente tipo?

Tutto è cambiato con la pandemia. Prima si vendevano tanti piccoli oggetti economici e pochissimi di quelli più costosi. Adesso la situazione è capovolta la gente compra meno, ma punta al bello e non al più economico.

Vive in mezzo alla natura. È lì che trova le ispirazioni?

Anche. Recentemente ho studiato le bacche del Sorbo dell'Uccellatore che hanno una forma particolare ed ho creato una linea di gioielli. Sono specializzata anche nella realizzazione dei mazzi di fiori in vetro.

Il vetro per la lavorazione costa molto?

Dipende dal metallo base. I colori normali sono i più economici, ma se andiamo sul fucsia e sul rosso che hanno come base l’oro il costo aumenta, ma ce ne sono con metalli ancora più rari dal costo ancora più elevato.

In laboratorio a che temperatura si lavora il vetro?

Lavorando il vetro con la fiamma si va ad occhio e serve l’esperienza. Comunque a 500 gradi si fonde ed a 1300 diventa liquido, per cui la temperatura ideale è quella degli 800 gradi.

Selene 35 anni, 15 come artigiana del vetro e non è l’unica passione.

Mi piace molto cantare in dialetto, scrivo anche dei pezzi, sono una cantautrice. Suono la chitarra e sono affascinata dalla musica folk. La mia voce si presta molto per gli Jodel, ma ho tradotto anche dei testi inglesi in dialetto.

Pensando al domani come si vede?

In questo momento è una domanda difficile perché vivo una fase di crisi artistica. Di certo mi piacerebbe provare a realizzare un grande lavoro. Dopo essermi quasi specializzata in quelli piccoli, vorrei riuscire a fare per esempio una grande vetrata, per lasciare qualcosa di me più significativo rispetto ad un piccolo oggetto. Per la musica mi piacerebbe provare ad incidere qualcosa oppure ad esibirmi in pubblico, ma qui c’è un problema: non sono nessuno e chi verrebbe ai miei concerti?













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