Scuole, la mensa si paga pure coi bitcoin

È la novità di quest’anno per un servizio che riguarda 12 mila studenti e da qua a giugno sfornerà un milione di pasti


di Luca Marsilli


ROVERETO. Da quest’anno la mensa scolastica si potrà pagare anche con i “bitcoin”, la moneta virtuale digitale. Senza costi di commissione e facendo riferimento allo stesso portale - portal.multiutilitycard.it - sul quale si può pagare anche con carte di credito prepagate o con bonifici tramite il circuito MyBank. Come per tutti i mezzi di pagamento scelti, si costituisce una sorta di “credito” a nome dell’utente dal quale verranno gradualmente scalati i costi dei servizi mensa dei quali usufruisce. Il conto va alimentato ulteriormente quando si giunge al termine della disponibilità mentre in caso si arrivi a fine anno con un credito residuo si potrà trasferirlo all’anno successivo o, nel caso lo studente non usi più il servizio, ottenere il rimborso della somma residua.

Quella dei bitcoin è l’ultima novità - sorprendente: pare sia il primo caso in Italia di un servizio pubblico pagabile anche con la moneta virtuale - di un sistema già assolutamente all’avanguardia dal punto di vista dell’utilizzo degli strumenti telematici per semplificare il rapporto con gli utenti. Il calendario dei menu giornalieri è consultabile con una apposita app, Meetsfood per Smatphone e il servizio on line permette di verificare anche il proprio credito residuo, l’elenco dei pasti consumati e tutte le possibili informazioni di interesse per gli utenti.

Passando alle caratteristiche più materiali del servizio, l’altra grossa novità di quest’anno consisterà nelle pesature degli alimenti: un modo - spiega l’assessore delal Comunità ella Vallagarina Enrica Zandonai - per eliminare possibili sprechi. Ovviamente nei limiti del possibile: per la quota di sprechi di alimenti che si può ritenere fisiologica in un servizio mensa di queste dimensioni, per virtuoso che sia, si attiveranno i circuiti solidali ai quali affidare le eventuali eccedenze.

Anche i numeri del servizio sono quasi impressionanti. L’anno scorso si erano superati i 900 mila pasti serviti e quest’anno, conti alla mano, ci si dovrebbe avvicinare al milione. Aumento effetto del passaggio alla settima corta anche di alcune scuole superiori, che porta ad un aumento di circa 1000 studenti (il grosso al Fontana e al liceo Rosmini) interessati al servizio. Arrivando a 12 mila utenti. Ogni scuola ha una propria mensa di riferimento e le mense sono 29. Di queste 26 possono contare su una cucina interna. Con la regola, per tutti, che i cibi proposti ai ragazzi devono essere preparati al mattino: niente precotti o surgelati, per essere chiari. Massima attenzione infine alle materie prime (prodotti bio e chilometri zero, ogni volta sia possibile), alla salubrità della cottura (banditi fritti, griglia e forno a microonde e sia per cucinare che per condire si usa solo olio extravergine di oliva). Aromi freschi: poco o pochissimo sale e nessun uso di dadi. Infine i menù: sono stilati da dietisti e sono previsti menù personalizzati per i casi di intolleranze alimentari, allergie o ragioni etiche.

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