Scuola, c'è voglia di imparare il cinese

In 34 l'hanno scelto al nuovo linguistico: ma qualcuno sarà escluso


Jacopo Tomasi


TRENTO. I trentini hanno voglia di imparare il cinese. Sono 34, infatti, gli studenti iscritti al nuovo liceo linguistico unificato che hanno scelto la lingua "mandarina". Non tutti, però, potranno studiarla: 34 alunni sono troppi per una classe, ma non abbastanza per due. Di conseguenza, qualcuno sarà escluso e nei prossimi giorni si definiranno i parametri. Con tutta probabilità la classe sarà composta da 25-27 alunni. Il docente dovrebbe essere Yi Jiong Gu (che da qualche anno porta avanti un corso facoltativo al Rosmini) e le ore settimanali saranno 6 (chi farà cinese non farà informatica). In generale, il nuovo linguistico unificato che raccoglie le esperienze di Da Vinci e Rosmini ha ottenuto un buon risultato.

L'effetto novità ha battutto l'effetto incertezza. Questa scuola, infatti, è nata tra mille dubbi: sede, preside, docenti. Dubbi che sembrano risolti. La sede sarà quella lasciata libera dal Battisti (unificato col Tambosi), in attesa che nell'arco di una decina d'anni sia pronto l'ex Seminario minore. Per quanto riguarda il preside, è probabile che l'incarico venga affidato dalla Provincia allo stimato Mario Turri, che in questi mesi ha coordinato il gruppo di lavoro che ha dato vita all'istituto. «Il dato degli iscritti è positivo, un buon inizio», commenta Turri. «C'è stata grande fiducia da parte degli studenti e delle loro famiglie verso un progetto nuovo». Le prime in tutto saranno 7: 4 di spagnolo, 1 di cinese e 2 articolate su russo e francese.













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